AGI - "Sono qui da 12 anni, non avevo mai visto una cosa del genere", è incredulo Patrice Rodes, allevatore di ostriche, nell'abitacolo del suo trattore fermo in mezzo a un allevamento sulla costa occidentale del Cotentin, devastato all'inizio di novembre dalla tempesta Ciaran con venti che hanno soffiato a 170km/h.
“Non cambierà il volume che produrremo per Natale ma per il prossimo anno, nel periodo gennaio-febbraio, saranno guai”, prevede il manager e socio di Gaec Le Senequet, “sono scomparsi i sacchi di piccole ostriche, più volatili dei sacchi pesanti di ostriche già grandi che saranno vendute durante le vacanze".
Acqua fino alle ginocchia, sette dipendenti sono impegnati ad alzare i tavoli (strutture metalliche su cui sono posizionati i sacchi contenenti le ostriche) per farli dissabbiare e poi rimetterli al loro posto”.
"Sono passate due settimane, ma prima, con le maree, non potevamo venire a controllare. Per le ostriche che hanno passato più di otto giorni nella sabbia senza respirare è finita: vivono nell'acqua, non scavano", spiega il allevatore di ostriche: "Se tra tre settimane saranno aperte, vorrà dire che sono morte".
Quanto agli impianti più al largo, cosa ne è stato "si scoprirà solo a gennaio”.
Avanzando ulteriormente sulla battigia della spiaggia di Glatigny, a circa 50 chilometri a sud di Cherbourg, Patrice Rodes fa il punto sui danni. "Non pensavo che avrei subito un impatto del genere. Deve aver soffiato molto forte i sacchetti per le ostriche sono spariti, strappati, squarciati".
E il contesto era già "complicato quest'anno", secondo l'ostricoltore: "i prezzi sono scesi ingiustificatamente, la grande distribuzione vuole compensare gli aumenti messi in atto l'anno scorso, che erano legittimi", si rammarica.“Le nostre imprese sono sempre meno redditizie, siamo sotto pressione sul personale, il clima ansiogeno rallenta i consumi”.
Un pessimismo condiviso da Thierry Helie, presidente del comitato regionale della molluschicoltura della Normandia del Mare del Nord, che si è detto preoccupato per le 200 aziende della costa occidentale.
Una delle zone più particolarmente colpite si estende da Chausey a Glatigny dove "abbiamo una dozzina di parchi completamente distrutti su più di mille totali, e molti altri devastati al 20, 30%. Abbiamo perso il 30% del prezzo di vendita quest'anno, facendo parte del settore agricolo abbiamo la possibilità di vendere in perdita, ma per la fine gennaio non ci saranno abbastanza ostriche: molte sono morte, peseranno meno e saranno meno facili da vendere".
Risalendo dalla battigia, Patrice Rodes si consola con l'unica buona notizia: le ostriche della Normandia hanno appena ottenuto l'IGP (Indicazione Geografica Protetta) e questo dovrebbe incrementare le vendite. Per il resto non gli rimane che mettersi alla guida del suo trattore, le cui ruote riducono in pezzi le migliaia di ostriche perdute.