AGI - La I Commissione del Consiglio regionale del Lazio, che ha tra le sue competenze quella della sicurezza e della lotta alla criminalità organizzata e l’antimafia, nella mattinata del 14 novembre si è trasferita nel comune di Anzio dove ha svolto, congiuntamente alla Commissione parlamentare Antimafia, delle audizioni sul fenomeno mafioso nella zona del basso Lazio. A presiedere la I Commissione consiliare è Flavio Cera, di Fratelli d’Italia, che ha organizzato una serie di eventi sul territorio al fine di dare risposte concrete. Lo scorso settembre la I Commisione ha ricevuto don Antonio Coluccia, il parroco aggredito nella periferia romana, a Tor Bella Monaca, nel corso della marcia della Legalità nel quartiere.
Che cosa è emerso dalle audizioni che ha svolto ad Anzio e Nettuno, due comuni commissariati per infiltrazioni mafiose, insieme alla commissione parlamentare Antimafia?
Gli scorsi giorni, insieme all’ufficio di presidenza abbiamo deliberato di ottemperare ai lavori odierni mediante una seduta a porte chiuse, per una questione di opportunità e nel rispetto del lavoro delle forze dell’ordine. Per la delicatezza degli argomenti trattati non abbiamo potuto rendere pubblico il contenuto dell’audizione, tuttavia, anche solo attraverso la nostra presenza, siamo stati in grado di lanciare un messaggio di unità e coordinamento tra istituzioni; un segnale che reputo sia di fondamentale importanza per la nostra Regione, e per il Paese tutto.
Che situazione ha trovato nel Lazio nei diversi territori regionali?
Una situazione complessa e incancrenita dagli anni Settanta ad oggi. Tuttavia, la criminalità organizzata non segue più le stesse logiche di un tempo. Non esiste più la mafia delle grandi stragi; bensì una mafia sommersa che si nasconde senza contrastare lo Stato, ma infiltrandolo e condizionandolo dall’interno. La cronaca sta mostrando una realtà territoriale spaventosa e impossibile da ignorare. In questi luoghi, abbiamo assistito a un preoccupante aumento dell’attività della ‘Ndrangheta legata al traffico internazionale di droga e a tutti i crimini ad esso collegati; una piaga che ha pervaso a vari livelli gli spazi economici delle città, logorandone anche il tessuto sociale e umano.
Anche le periferie di Roma spesso al centro di gravi episodi di degrado e violenza, in particolare Tor Bella Monaca, hanno visto l’impegno della I Commissione regionale, ritiene che la vicinanza e la presenza delle istituzioni sul territorio siano utili?
Le iniziative che stiamo portando avanti vogliono andare esattamente in questa direzione. Il 21 settembre, in concomitanza con il blitz antidroga organizzato la mattina stessa a Tor Bella Monaca, abbiano dibattuto in Consiglio regionale sugli allarmanti e drammatici eventi che si sono susseguiti a Roma capitale quest’estate. Il 6 ottobre, il Sesto Municipio di Roma Capitale ha indetto un Consiglio Straordinario a tema “Emergenza, sicurezza e legalità” a cui ho partecipato in rappresentanza della Prima Commissione. Ieri 14 novembre, abbiamo organizzato questa audizione esterna con i membri della Commissione Parlamentare Antimafia, i rappresentanti delle forze dell’ordine e le autorità dei Comuni commissariati di Anzio e Nettuno proprio per lanciare un segnale forte e per comprendere meglio realtà così complesse e bisognose dello Stato e dell’azione coordinata delle istituzioni.
Quali altre audizioni ha in programma e come potrà la Regione Lazio essere incisiva per riportare la legalità nei territori?
La Regione Lazio non intende abbandonare i territori in difficoltà. La disaffezione nei confronti delle istituzioni è una realtà che va combattuta con tutti i mezzi che il potere legislativo ed esecutivo hanno a disposizione e, soprattutto, con una sana educazione delle nuove generazioni ai valori della legalità e al bene comune. Il nostro lavoro è appena iniziato: vogliamo proseguire rimarcando la nostra presenza sul territorio e in coordinamento con l’azione del governo.