AGI - A quasi un mese e mezzo dal delitto, non c'è ancora alcun nome nel registro degli indagati a Rimini in merito alla morte violenta di Pierina Paganelli, la 78enne appartenente ai Testimoni di Geova uccisa con 29 coltellate la sera del 3 ottobre.
Gli inquirenti stanno lavorando alacremente per risolvere il caso ma sembrano scontrarsi con reticenze e omertà, spesso insite dentro quella comunità religiosa. Secondo quanto si apprende, il giorno dopo i fatti gli anziani dei Testimoni di Geova avrebbero dovuto esprimersi sulla permanenza nella congregazione della nuora dell'anziana, Manuela Bianchi, rea di una presunta relazione adultera col vicino di casa 34enne di origine senegalese.
La donna - che ha trovato il cadavere la mattina seguente nelle scale di accesso ai garage - secondo quanto trapela era molto nervosa per questo giudizio, tanto da esternarlo chiaramente in alcuni messaggini Whatsapp con l'uomo. Con quello stesso telefonino, la donna ha poi scattato alcune foto al fratello Loris, materiale che ad ora rappresenta il suo alibi. Non è chiaro se l'anziana fosse a conoscenza della presunta relazione tra i due, così come non si sa se Pierina si fosse confidata con la congregazione: gli anziani sono stati tutti interrogati come persone informate sui fatti ma hanno opposto il segreto religioso.