AGI - "Capisco perfettamente l'onore, un po' meno la causa, ma accetto con grande gioia e riconoscenza, perché la vivo come una testimonianza d'affetto e un attestato di stima per l'impegno che ho messo da sempre per portare in ogni angolo del mondo la nostra cultura, specialmente quella musicale". Con la fine ironia che lo contraddistingue, Andrea Bocelli si esprime così subito dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in 'Gestione delle politiche e dei servizi sociali', conferita dall'università Federico II di Napoli.
Un riconoscimento per il suo impegno civile e sociale, in particolare per l'attività svolta dalla fondazione che porta il suo nome e che è impegnata anche in uno dei quartieri più difficili di Napoli, come la Sanità. Proprio la sintonia esistente tra i valori che ispirano la fondazione e la missione dell'ateneo federiciano, cioè guardare al sapere come strumento di crescita e come chiave per combattere la povertà educativa, sono le motivazioni alla base della scelta della Federico II di conferire questo riconoscimento all'artista toscano.
Al centro della sua lectio, Bocelli pone "la bellezza che salverà il mondo" e la capacità dell'arte e della musica di addolcire l'animo. "Proviamo a essere gocce d'acqua pura - sottolinea - certo è difficile, perché siamo esseri umani e, in quanto tali, siamo fragili, deboli e peccatori, ma almeno l'impegno bisogna metterlo, perché Dio ci ha dato la libertà e siamo anche capaci di essere una goccia d'acqua pura".
Cita Dostoevskij e Dante, senza pero' perdere mai quella leggerezza che lo accompagna nella vita. "Sara' sicuramente l'ultima laurea honoris causa perché è una tensione parlare qui - ironizza - di fronte a questa prestigiosissima università e di fronte a tutto il corpo docente e al magnifico rettore. Io sono un povero cantante di provincia e non sono abituato a queste cose. Intendo questa laurea fondamentalmente come una testimonianza di affetto e un attestato di stima per l'impegno che ho messo da sempre per portare in ogni angolo del mondo la nostra cultura, specialmente quella musicale".
Dopo aver cantato l'Inno di Mameli ieri, in occasione della visita del Presidente della Repubblica per gli 800 anni dalla nascita della Federico II, Bocelli ha voluto concludere la cerimonia di oggi intonando due celebri arie, la 'Mattinata' di Ruggero Leoncavallo e 'L'alba separa dalla luce l'ombra', di Tosti e D'Annunzio.
Un momento musicale che si è concluso con la standing ovation dei presenti. "Bocelli ci ha deliziato non solo con la sua musica ma anche con le sue parole - rimarca il rettore Matteo Lorito - abbiamo sentito parole vere, che inneggiano alla bellezza e al bene, che è anche l'obiettivo della fondazione Bocelli, che sta facendo un grandissimo lavoro in zone difficili del pianeta, salvando persone, dando opportunità, portando acqua e servizi primari. Siamo orgogliosi di aver avuto oggi qui con noi il responsabile di tutto questo, che ci ha regalato questa grandissima emozione".
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ricorda l'investimento "molto importante" che la fondazione Bocelli sta facendo alla Sanità, insieme con il Comune. "Questo è il simbolo di una Napoli che sta crescendo - prosegue - che è tornata nuovamente alla ribalta nazionale e internazionale e che lo fa con il suo spirito, includendo tutti, aiutando soprattutto le persone più in difficoltà e facendo leva sulla sua straordinaria cultura e la sua grandissima storia".