AGI - Il 70% degli italiani dichiara di non avere particolari problemi nel contattare il medico di base, ma il 69% si dice molto preoccupato di non potersi permettere l’assistenza sanitaria in caso di necessità.
Un timore condiviso dai membri del Parlamento: l’85%, infatti, pensa che il diritto alla salute non sia garantito a tutti i cittadini, mentre si colloca su una posizione opposta il 77% dei consiglieri regionali.
La disuguaglianza nell’accesso alle cure sul territorio nazionale è il primo elemento a emergere dal sondaggio, sottoposto a parlamentari, consiglieri regionali e cittadini, presentato da LS Cube - lo studio legale del settore Life Sciences- ed elaborato da Youtrend/Quorum per il progetto NET-HEALTH, Sanità in rete 2030, il policy enabler ideato nel 2021 da LS Cube.
Accessibilità alle cure ed efficienza organizzativa, ambiti di investimento e finanziamento del SSN, digitalizzazione: questi i principali temi e le maggiori sfide per la sanità del futuro raccolti nell’indagine, i cui risultati saranno elaborati documenti tecnici da tre tavoli di lavoro guidati dai partner scientifici.
Quali potrebbero essere le soluzioni percorribili ai problemi individuati? Per il 69% dei consiglieri e il 65% dei cittadini, maggiori controlli e più trasparenza nell’operato delle regioni, mentre, secondo il 60% dei parlamentari intervistati, la centralizzazione a livello statale delle competenze sanitarie.
Ancora, prevenzione e potenziamento della medicina territoriale sono i due ambiti prioritari di intervento per cittadini (30% e 32% rispettivamente) e decisori (il 69% dei parlamentari privilegia la medicina territoriale, il 50% dei consiglieri regionali la prevenzione).
Fondi non carenti, ma da gestire meglio: opinione condivisa dal 54% dei parlamentari, dal 61% dei consiglieri regionali e dal 59% dei cittadini. Secondo il 57% dei consiglieri regionali le difficoltà principali nell’utilizzo dei fondi PNRR sono la burocrazia, mentre per il 41% dei parlamentari la mancanza di supporto tecnico territoriale è al primo posto e la burocrazia al secondo (40%).
Allo stesso tempo, però, il 75% dei cittadini, l’88% dei parlamentari e il 100% dei consiglieri regionali credono che vi sia un incremento nel ricorso alla sanità privata per ottenere cure di qualità in tempi ragionevoli, a causa del taglio dei servizi sanitari pubblici.
Decisori e cittadini si dividono sulla digitalizzazione del SSN: il 95% dei parlamentari e il 94% dei consiglieri regionali pensano che la digitalizzazione favorirà l’estensione a tutti del diritto alla salute, opinione condivisa solo dal 45% dei cittadini, mentre per il 43% è più probabile che aumentino le disuguaglianze.
Inoltre, si evidenzia la necessità di creare una cultura della condivisione dei dati, nel contesto di una regolamentazione a tutela degli utenti: ben il 59% dei cittadini, infatti, è contrario alla condivisione dei propri dati sanitari a fini commerciali o altruistici (35% abbastanza contrario e 24% molto contrario).
Il progetto, i cui lavori sono ospitati dall’Intergruppo parlamentare “Innovazione e sostenibilità” copresieduto dai Senatori Francesco Zaffini e Daniele Manca, si avvale di partner scientifici quali l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Altems Advisory, spinoff dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e l’Osservatorio sul Welfare della LUISS Business school, realizzato con il contributo non condizionante di Exact Sciences, Gilead Sciences, Roche e Sanofi.
L’obiettivo è “dare voce ai diversi stakeholders del sistema salute - spiega Rosanna Sovani, Partner di LS CUBE – E collaborando con esperti della materia, si vuole fornire un contributo concreto al disegno delle politiche sanitarie del futuro, elaborando delle proposte tecnico- giuridiche volte a contribuire alla messa a terra di soluzioni di policy per un sistema sanitario sostenibile e universalistico.”