AGI – La Cassazione civile ha condannato il Ministero dell’Interno, il Comune di Monsano (Ancona), un architetto e la società che gestiva la struttura di divertimenti a risarcire 632mila euro in solido a un lavoratore, all’epoca 19 enne, vittima di un incidente nell’Acquapark a causa del quale è rimasto tetraplegico. I fatti risalgono al 28 giugno 2003. “Quel giorno – spiega all’AGI l’avvocato Alessandro Lucchetti che lo assiste – il ragazzo stava lavorando quando gli cadde il fischietto dalla bocca e, nel tentativo di recuperarlo, si schiantò sullo scivolo kamikaze”.
Era proprio questo il nome dell’attrazione che, secondo quanto già stabilito dalla Corte d’Appello di Ancona e confermato nei giorni scorsi dalla Suprema Corte, “è risultata difforme dalle regole tecniche e di comune prudenza sia quanto alla pendenza , sia quanto alla distanza della struttura di cemento approntata a distanza non regolamentare dal punto di approdo dello scivolo”.
E’ stata accertata la responsabilità della Commissione provinciale di Vigilanza “per avere licenziato l’agibilità di una struttura a uso pubblico che invece presentava gravi carenze sotto il profilo della sicurezza ed incolumità, venendo così di fatto ad assumere una posizione di garanzia e determinando un concreto affidamento (nei gestori, nei fruitori e nei lavoratori) circa la sicurezza dell’impianto”. In passato si erano gà verificati “numerosi incidenti” ma, nonostante ne fosse a conoscenza, la Commissione ribadì il suo ‘via libera’. “Corresponsabile” è stato giudicato il Comune “in quanto delegato alla verifica dell’idoneità”.
Non costituiscono un argomento a difesa, sostengono gli ‘ermellini’, gli avvertimenti sulla pericolosità dello scivolo kamikaze riportati nei cartelli. L'uomo aspettava da anni che si concludesse il complesso iter giudiziario per poter guardare al futuro utilizzando il risarcimento già riconosciuto negli altri gradi di giudizio.