AGI - A fine 2022 la Sardegna ha perso 12.385 abitanti, un calo dello 0,8% sul totale. Ora i residenti sono 1 milione 575.028 rispetto al 1.587.413 dell'anno precedente. I dati provvisori dell'Istat, riportati nel dossier statistico immigrazione 2023 curato dal Centro studi e ricerche Idos, in collaborazione con l'assessorato regionale del Lavoro, l'ufficio della Consigliera di parità e l'università di Cagliari. Il documento, presentato nell'aula magna della facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, in contemporanea con le altre regioni italiane, conferma il progressivo calo demografico in Sardegna, anche se più contenuto rispetto agli anni scorsi.
Aumentano gli stranieri
La componente straniera non contribuisce a frenare lo spopolamento, dato che è rimasta sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno: 48.617 residenti a fine 2022 (+0,4% rispetto al 2021), dopo due anni di presenze in calo (-1,9% nel corso del 2021 e -5,7% nel 2020). L'incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente è rimasta stabile, attestandosi al 3,1%. Pesa soprattutto la bassa natalità: solo 7.695 nuovi nati nell'isola, di cui 338 da genitori stranieri, i quali incidono per il 4,4% sul totale.
Nel 2022 anche il saldo migratorio con l'estero degli stranieri è risultato positivo (+2.192). Sono in aumento delle persone che l'anno scorso hanno acquisito la cittadinanza italiana: 733 rispetto ai 701 dell'anno precedente e ai 569 di due anni prima. I residenti stranieri sono concentrati soprattutto in provincia di Sassari (20.603, pari al 42,4% del totale); seguono la Citta metropolitana di Cagliari (15.103, incidenza 3,6%), la provincia del Sud Sardegna (5.376, 1,6%), quella di Nuoro (4.607, 2,3%) e quella di Oristano (2.928, 2,0%).
Provenienze e caratteristiche
La popolazione residente straniera risulta composta in prevalenza da donne, le quali rappresentano il 53,9% del totale (media nazionale: 51,0%). Il panorama delle provenienze mostra poche variazioni rispetto agli anni precedenti. Secondo gli ultimi dati disponibili (2021), il 47,2% dei residenti stranieri (22.840) è originario del continente europeo, di cui 16.581 provenienti dall'Unione europea. La comunità più numerosa in Sardegna, infatti, è quella romena con 11.209 residenti. Al secondo posto gli africani con 13.057 residenti (di cui 4.346 senegalesi e 4.112 marocchini), seguiti dagli asiatici con 9.669 residenti (di cui 3.185 cinesi e 1.937 filippini).
I Paesi dell'Europa dell'Est, anche quando il numero delle presenze appare complessivamente modesto, presentano una spiccata componente femminile. È il caso della Polonia (donne 83,2%), dell'Ucraina (84,5%) e della Russia (84,7%); mentre da diversi paesi asiatici, come il Bangladesh (le donne sono solo il 18,8%) e il Pakistan (20,8%), e da diversi paesi africani, come il Senegal (18,9%) e la Nigeria (38,8%), arrivano soprattutto immigrati di sesso maschile. Cina e Filippine mostrano tendenze consolidate e numerosità che indicano chiaramente che a spostarsi sono i nuclei familiari.
I settori lavorativi
Risulta che ben il 79,2% dei lavoratori stranieri è impiegato nei servizi (76,4% tra gli italiani) e tra questi il 22,0% nel lavoro domestico; l'industria ne assorbe il 18,7%, di cui quasi due terzi nell'edilizia, e l'agricoltura il restante 2,1% (a fronte del 5,6% degli italiani). Considerando le attività' autonome, sono 10.536 le imprese gestite da immigrati in Regione, il 6,2% delle imprese sarde.
"La Regione punta all'inclusione e all'integrazione delle comunità immigrate presenti nel nostro territorio, che ormai costituiscono una parte integrante del tessuto sociale ed economico della Sardegna", ha affermato l'assessore regionale del Lavoro con delega all'Emigrazione, Ada Lai. "La Sardegna è sempre stata una terra accogliente e solidale e lo conferma attraverso l'adesione a programmi internazionali che consentono di contribuire allo sviluppo di territori e popoli e a una crescita reciproca".
"Abbiamo messo in campo - spiega Lai - una serie di interventi, come 'Reti al Lavoro - Percorsi in Comune per giovani e donne in Senegal', a conferma della volontà di cooperazione reciproca con altre nazioni e altri popoli. A settembre è stato pubblicato l'avviso per la realizzazione di 'Progetti per il rafforzamento e la valorizzazione dei giovani con background migratorio', per prevenire il rischio di emarginazione socioculturale, economica e lavorativa. Un'altra scelta strategica è la valorizzazione delle imprese che si sono distinte per aver favorito l'occupazione dei rifugiati, con l'adesione al premio 'Working for Refugee Integration 2023'".