AGI - Occorre vivere la realtà dando il proprio contributo di "cittadini responsabili", impegnandosi quindi per il bene comune e pagando le tasse. Lo ha sottolineato Papa Francesco nell'introdurre la recita dell'Angelus. Commentando il passo del Vangelo in cui Gesù dice ""Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio", il Pontefice ha spiegato come Gesù voglia "aiutarci a collocare Cesare e 'Dio ciascuno nella sua importanza".
"A Cesare - cioè alla politica, alle istituzioni civili, ai processi sociali ed economici - appartiene la cura dell'ordine terreno, della polis; e noi, che in questa realtà siamo immersi, dobbiamo restituire alla società quanto ci offre attraverso il nostro contributo di cittadini responsabili, avendo attenzione a quanto ci viene affidato, promuovendo il diritto e la giustizia nel mondo del lavoro, pagando onestamente le tasse, impegnandoci per il bene comune, e così via".
"Allo stesso tempo, però - ha precisato Francesco -, Gesù afferma la realtà fondamentale: che a Dio appartiene l'uomo, tutto l'uomo e ogni essere umano. Ciò significa che noi non apparteniamo a nessuna realtà terrena, a nessun 'Cesare' di questo mondo. Siamo del Signore e non dobbiamo essere schiavi di nessun potere mondano".
"Sulla moneta, dunque, c'è l'immagine dell'imperatore, ma Gesù ci ricorda che nella nostra vita è impressa l'immagine di Dio, che niente e nessuno può oscurare. A Cesare appartengono le cose di questo mondo, ma l'uomo e il mondo stesso appartengono a Dio: non dimentichiamolo!".