AGI - - Giornalista, architetto, regista, insegnante di educazione tecnica, ma soprattutto vignettista, Sergio Staino - morto oggi in un ospedale di Firenze a 83 anni dopo una lunga malattia - è stato per tutti il 'papà' di Bobo, il suo personaggio più famoso, che nel 1982 comparve per la prima volta sulle pagine dell'Unità, quotidiano del Pci, pur essendo 'nato' qualche anno prima sulla rivista 'Linus' diretta da Oreste Del Buono.
Staino e Bobo hanno accompagnato almeno due, forse tre generazioni di militanti comunisti in quella transizione politica e identitaria che ha portato il partito di Antonio Gramsci a cambiare pelle - e idee su molti temi - fino alla nascita del Pds, poi Ds infine Pd, in successive modificazioni talvolta traumatiche. Staino era Bobo e Bobo, anche 'fisicamentè era Staino: un iscritto al partito, sovrappeso e barbuto, con mille dubbi e incertezze di fronte a un mondo che intorno a lui è cambiato tante volte, spesso a velocità impreviste.
Staino, che l'Unità l'ha anche diretta a cavallo tra il 2016 e il 2017, è stato uno dei più intelligenti e autoironici interpreti di un travaglio continuo e faticoso, qualche volta felice ed entusiasmante. Quello che ha accompagnato negli ultimi 40 anni l'elettore comunista e neo-comunista, nato e cresciuto con il Muro di Berlino alle spalle e il Capitale di Marx sul comodino, e poi invecchiato con i vecchi steccati che cadevano e ideologie i cui i contorni venivano modificati dalla globalizzazione, dalla tecnologia, dalle nuove teorie sul lavoro.
Bobo e il suo gruppo familiare di personaggi drammaticamente divertenti ha raccontato e disegnato le fragilità, i sogni e gli inciampi di una classe (operaia, ma anche impiegatizia, piccolo borghese, media) che ha provato a ripensare se stessa, senza negare le proprie origini e perdendo sonno e certezze alla ricerca di una cassetta di valori da difendere e sbandierare in piazza e nelle urne.
Toscano di Piancastagnaio (Siena), classe 1940, nel 1986 diventò direttore di 'Tango', supplemento satirico dell'Unità sul quale pubblicavano strisce e tavole satiriche, o scrivevano anche Altan, ElleKappa, Riccardo Mannelli, Michele Serra, David Riondino, Gino e Michele, Francesco Guccini. Ha scritto diversi libri e collaborato con i quotidiani Avvenire, La Stampa, Il Messaggero e con Raitre.
Sul suo blog si definiva "disegnatore, scrittore, regista e operatore culturale. Anima inquieta della sinistra marxista". Scrisse Umberto Eco: "Molti lettori diranno 'Bobo sei tutti noi', altri proveranno rispetto per questo idealista che tenta sempre di risalire al suo paradiso disabitato, sicuro che se un giorno lui vi risalisse quello sarebbe un paradiso almeno terrestre. In ogni caso il messaggio di Bobo è: abbiate il coraggio di dirvi disperati, abbiate l'orgoglio testardo di essere dei perdenti. La vittoria non è un fine ma solo un doloroso e onesto stato d'animo".