AGI - Il processo ai sequestratori, torturatori e assassini di Giulio Regeni potrebbe essere a una svolta decisiva: la Corte Costituzionale ha sancito l'illegittimità dell'articolo 420-bis, comma 3, del codice di procedura penale, nella parte in cui "non prevede che il giudice procede in assenza per i delitti commessi mediante gli atti di tortura definiti dall'articolo 1, comma 1, della Convenzione di New York contro la tortura, quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell'imputato, è impossibile avere la prova che quest'ultimo, pur consapevole del procedimento, sia stato messo a conoscenza della pendenza del processo, fatto salvo il diritto dell'imputato stesso a un nuovo processo in presenza per il riesame del merito della causa".
In attesa delle motivazioni della sentenza (il cui deposito è previsto nelle prossime settimane), la decisione della Consulta, cui si era rivolto il gup Roberto Ranazzi su richiesta formalizzata dal procuratore Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Sergio Colaiocco nell'udienza del 3 aprile scorso, supera la 'stasi' del procedimento a carico dei quattro 007 egiziani (irreperibili e quindi mai raggiunti da qualunque tipo di notifica) accusati di aver sequestrato, torturato e ucciso a inizio 2016 in Egitto il ricercatore di origine friulana.
La famiglia: "Avevamo ragione"
"Avevamo ragione noi: ripugnava al senso comune di giustizia che il processo per il sequestro le torture e l'uccisione di Giulio non potesse essere celebrato a causa dell'ostruzionismo della dittatura di al-Sisi per conto della quale i quattro imputati hanno commesso questi terribili delitti. In effetti come ha scritto il Gup Ranazzi nella sua ordinanza 'non esiste processo più ingiusto di quello che non si può instaurare per volontà di un'autorità di governo'".
"Abbiamo dovuto resistere contro questa 'volontà' dittatoriale per sette anni e mezzo confidando comunque sempre nei principi costituzionali della nostra democrazia. Ringraziamo tutte le persone che hanno sostenuto e sosterranno il nostro percorso verso verita' e giustizia: la procura di Roma e in particolare il dottor Colaiocco, la scorta mediatica, e tutto il popolo giallo". Così Claudio Regeni e Paola Deffendi, genitori di Giulio Regeni, assistiti dall'avvocato Alessandra Ballerini.