AGI - Il prodigio si è compiuto. L'annuncio alle ore 10.03 con lo sventolio del fazzoletto bianco dall'altare, durante la celebrazione della Santa Messa da parte dell'arcivescovo, don Mimmo Battaglia. Napoli ha il suo prodigio, il sangue di San Gennaro si è sciolto nella teca di vetro decorata d'argento.
Il segnale è stato accolto da un lungo applauso dei tanti napoletani e turisti che già dalle prime ore del mattino si erano ritrovati in Duomo, dove la cappella del Santo era aperta dalle 7.45 per le tradizionali preghiere delle 'patute', le devote di 'faccia gialluta'. Il prodigio è dal '600 letto dai fedeli come segno di buon auspicio per la città e per la Campania.
La liquefazione del sangue di San Gennaro è al centro di cerimonie tre volte l'anno: il 19 settembre, giorno onomastico, il sabato che precede la prima domenica di maggio, e il 16 dicembre. Inoltre, il sangue del vescovo martire si liquefa anche a Pozzuoli, dove è conservata come reliquia una pietra sulla quale si dice sia stato decollato San Gennaro.
Ma quello di San Gennaro non è l'unico sangue che passa dallo stato solido al liquido. C'è anche quello di Santa Patrizia, ad esempio, venerato nell'omonima chiesa, che ripete il miracolo settimanalmente e che è una dei 97 patroni di Napoli.
Arcivescovo "Sangue San Gennaro non è oracolo"
"Questo sangue non è un oracolo da consultare e ancor meno un oroscopo la cui funzione è quella di predire sventure o fortune per la città. No, la reliquia che veneriamo è semplicemente un segnale stradale, un indice puntato che rimanda alla necessità, all'urgenza, all'esigenza di seguire in modo radicale il Vangelo di Cristo, lasciandosi attrarre senza riserve dalla sua bellezza liberatrice, ascoltando con cuore e mente aperta la sua Parola di vita e di speranza".
È un passaggio dell'omelia per la messa di San Gennaro pronunciato dall'arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia. Quella del patrono di Napoli è "una festa che chiede il desiderio della pace nella nostra vita, in questa città, nella nostra terra", ricordava don Battaglia, subito dopo l'annuncio della liquefazione del sangue del martire, avvenuta prima che l'ampolla con la reliquia fosse portata dalla Cappella all'altare.
"Credo che il vero miracolo si realizzerà il giorno in cui questo sangue sarà per sempre duro, compatto, coagulato. Credo che il vero miracolo avverrà quando la giustizia bacerà la pace, quando il bene sovrasterà il male per sempre, quando la buona notizia di Gesù Cristo prosciugherà il dolore del mondo, illuminerà definitivamente il buio, porterà a compimento ogni cosa, entrerà così profondamente nel cuore degli uomini e delle donne che le loro parole, le loro azioni, i loro pensieri saranno solo bene, bontà, bellezza", ha detto ancora il presule nella sua omelia.
"Ma nell'attesa di quel giorno, la testimonianza di amore e di fede del sangue di Gennaro e' qui a indicarci una strada possibile, un ricominciamento necessario, la necessita' urgente di prendersi cura delle ferite, di fermare il fluire del sangue, di tamponare le emorragie spirituali, interiori, materiali, relazionali, sociali che attanagliano la nostra terra, i nostri cuori", conclude. (AGI)
Lil