AGI - Un simbolo, un'immagine che identifica Roma con l'Italia e Roma con il mondo. Ed è anche uno dei monumenti più visitati in Italia e non solo. Ma l'accesso al Colosseo, o Anfiteatro Flavio, non è affare per tutti. Procurarsi un biglietto d'ingresso pare sia un'impresa per pochi eletti.
Quanti? 11 mila al giorno. Di più non è possibile. E non c'entrano ragioni di sicurezza, di conservazione dei luoghi, che pure sarebbero argomenti validi, visti gli episodi recenti di vandalismo consumati da turisti stranieri poco avvezzi alla storia, più esperti di 'stories'.
C'è una "situazione insostenibile" e lo denuncia, ancora una volta la Fiavet-Confcommercio che punta l'indice contro la biglietteria del Colosseo. Denuncia condivisa sui social da Alessandro Onorato, assessore al turismo del Comune di Roma. Alessandro Onorato ribadisce in una nota "il grido d'allarme" lanciato a maggio scorso da Fiavet-Confcommercio, affermando che "da sette mesi, pur riempiendo i formulari online per l'acquisto della biglietteria, non si riesce mai a concludere la transazione, ci si trova quindi costretti a rivolgersi al secondary ticketing".
Una situazione definita dallo stesso Onorato "inaccettabile". L'assessore ha sottolineato che le imprese italiane, tour operator e agenzie di viaggi, non riescono più a lavorare. Inoltre tanti turisti tornano a casa senza aver visto il Colosseo, considerato anche che i biglietti messi in vendita al giorno sono 11.000, ancora meno del 2019.
Nei giorni scorsi - ricorda la nota - anche l'Antitrust è intervenuta con un avviso di "avvio di procedimento istruttorio per le pratiche commerciali scorrette" nei servizi di biglietteria del Parco Archeologico del Colosseo acquistati dalle piattaforme online per poi essere rivendute a prezzi triplicati o quadruplicati.
Entro 20 giorni dall'avvio dell'istruttoria le parti coinvolte dovrebbero replicare ufficialmente alla richiesta di chiarezza dell'Antitrust. Si evidenzia infatti che i biglietti emessi dal rivenditore ufficiale, CoopCulture, tramite la piattaforma online, si esauriscono entro pochi minuti dalla messa in rete, poiché sembra non siano stati adottati strumenti per limitare l'accaparramento da parte di sistemi automatici che usano i cosiddetti Bot, citati anche da Alessandro Onorato.
Già a maggio scorso Fiavet-Confcommercio aveva denunciato questa situazione ricordando inoltre che CoopCulture non è più il gestore della biglietteria del Parco Archeologico del Colosseo da gennaio 2023, almeno a quanto attestano i media, perché nessun operatore turistico che lavora giornalmente con questo fornitore ha ricevuto comunicazione in merito all'assegnazione del bando ad altro gestore.
Coopculture, operante per conto del ministero della Cultura, doveva lavorare in proroga fino a luglio, mese in cui era atteso l'avvicendamento del nuovo gestore, ma sembra che ci sia una proroga fino a novembre, anche se non ci sono comunicazioni ufficiali in merito.
"Uno dei monumenti più importanti al mondo, gestito in questo modo, mette Roma e l'Italia in una cattivissima luce nei confronti del turismo e vanifica il grandissimo lavoro di promozione internazionale che imprese e Istituzioni continuano a mettere in atto per attrarre visitatori nel nostro Paese" afferma il presidente di Fiavet, Giuseppe Ciminnisi.
"Il mondo turismo organizzato italiano è escluso dalla vendita dei biglietti per il Parco Archeologico del Colosseo - continua Ciminnisi - attualmente è impossibile per un'agenzia di viaggi o un tour operator ottenere un codice prenotazione". Fiavet Lazio, come il Comune di Roma, fino a oggi non ha avuto risposta dalla direzione del Parco Archeologico del Colosseo: "I sistemi di accaparramento digitale - afferma Stefano Corbari, presidente Fiavet Lazio - agiscono in concorrenza sleale ai danni di operatori italiani più piccoli che rispettano le regole, producendo reddito nel Paese, e non altrove".