AGI - Il tribunale del Riesame di Palermo ha respinto l'istanza di scarcerazione di Christian Maronia, uno dei sette indagati per lo stupro di gruppo della 19enne violentata a Palermo nella notte tra il 6 e il 7 luglio. Già respinte analoghe richieste presentate da altri indagati: Angelo Flores, Christian Barone e Gabriele Di Trapani. Tra il 5 e l'8 settembre le udienze riguardanti Elio Arnao e Samuele La Grassa.
E nel giorno dell'udienza di fronte al tribunale del riesame, i parenti di Maronia si sono presentati al palazzo di giustizia di Palermo con un nuovo legale, l'avvocato Giuseppe Farina, che ha partecipato all'udienza senza pero' sciogliere definitivamente la riserva sull'accettazione dell'incarico.
L'avvocato Alessandro Musso ha infatti rinunciato al mandato difensivo nei confronti del giovane indagato, in carcere dal 18 agosto con l'accusa di essere uno dei sette stupratori della diciannovenne abusata al Foro Italico, nel capoluogo siciliano. Maronia, figlio di un fruttivendolo di via Montalbo, aveva inizialmente nominato un altro legale: anche lui aveva rinunciato, addirittura prima di iniziare.
Il rapporto di fiducia tra professionisti e clienti, in una vicenda come questa, è tutt'altro che semplice. I legali - diversamente da quanto normalmente accade in casi di grande risonanza come questo - non tengono affatto a far sapere, sui media, di essere i difensori e comunque faticano a far comprendere che la strategia di contrattacco nei confronti della vittima rischia di pagare poco - e anzi di essere controproducente - in termini processuali.
La 19enne, che ieri aveva pubblicato su Instagram un post ritenuto preoccupante, èstata trasferita in una comunitè. All'interrogatorio di garanzia l'indagato aveva ammesso in lacrime i fatti, sostenendo che la ragazza era però consenziente. Lo stesso giorno in cui il gip Marco Gaeta lo aveva sentito, erano stati pubblicati sui social alcuni suoi video: un fake, avevano sostenuto i familiari, che avevano presentato una denuncia.
Nelle immagini, Maronia ripeteva le proprie tesi difensive, come se il video fosse stato confezionato prima dell'arresto.