AGI - Il porno non è più quello di una volta. A dirlo non è un nostalgico frequentatore di sale a luci rosse, ma due personaggi apparente agli antipodi: una è molto vicina al monto cattolici e l'altro è l'incontestato re del porno. Una è il ministro della famiglia Eugenia Roccella e l'altro è Rocco Siffredi, ex pornodivo, ma anche imprenditore e profondo conoscitore di tutto il mondo che ruota intorno al porno.
Perché non c'è altro modo per dirlo: il tanto stigmatizzato cinema erotico degli anni '70 che con le varie Giovannona coscialunga e le dottoresse con i colonnelli che popolavano i sogni degli adolescenti era acqua fresca in confronto a quello cui sono esposti 24 ore su 24 in qualunque luogo bambini e ragazzini di ogni età. Nel mondo del porno c'è una corsa all'estremo così precipitosa che quello degli albori appare ormai lontano anni luce e le conseguenze sull'educazione sessuale dei giovanissimi - è su questo che Siffredi e Roccella sono d'accodo - sono drammatiche.
Il porno è sempre più umiliante
"C'è una pornografia che è molto cambiata ed è sempre più violenta e umiliante nei confronti delle donne" dice il ministro in un'intervista a QN e "c'è un'esposizione precoce a questi contenuti che le nuove tecnologie facilitano: basti pensare che l'età media del primo accesso al porno è stimata in sette anni"
A suo avviso non si tratta di "stabilire relazioni automatiche di causa-effetto" rispetto alla violenza sulle donne, ma di "raccogliere l'evidenza di un problema che gli esperti di questioni come il cyberbullismo e revenge porn segnalano con sempre maggiore insistenza, e del quale in altri Paesi come la Francia, come l'America, si sta prendendo coscienza".
Il caso dello stupro di Palermo
"Attraverso il porno possono passare forme di sessualità brutali, e dobbiamo interrogarci sugli effetti che possono avere su un minore", avverte Roccella che a quanti hanno criticato il suo appello ad affrontare il tema del porno ha replicato: "Penso che tutti siano rimasti colpiti leggendo che decine di migliaia di persone hanno cercato di procurarsi il video dello stupro di Palermo. Davvero non è necessario discuterne?".
Su eventuali limitazioni all'accesso alla pornografia per i minori, il ministro ha invitato a sentire "cosa ne pensano le associazioni familiari, i gruppi di genitori, gli esperti, gli stessi ragazzi". "E vediamo anche cosa accade negli altri Paesi: in Francia, per esempio, si sta proponendo una legge che va in questa direzione", ha osservato.
Come vuoi spiegarlo ai giovani di oggi che quello che vedono su internet non è vero?
Alle parole del ministro fanno eco quelle di Rocco Siffredi, l'ex attore, regista e produttore internazionale di cinematografia per adulti rivela di aver scritto proprio a Roccella e senza mezzi termini si scaglia contro la deriva della pornografia digitale, oggi spesso disponibile gratuitamente online. “Non mi riconosco affatto nel porno di oggi: il sesso è diventato molto estremo” dice in una triplice intervista a testate italiane e francesi.
Il problema OnlyFans
"Come vuoi spiegarlo ai giovani di oggi che quello che vedono su internet non è vero?" dice, "Loro non sanno che gli attori si punturano e che le ragazze sono anestetizzate. Gli attori naturali non esistono più, ma i giovani che guardano non lo sanno. Si chiederanno perché non hanno la stessa prestazione e quindi vanno in confusione. Ci vuole un'educazione sessuale per i giovani, per spiegare loro che cosa è la realtà".
Gli studios producono scene online sempre più estreme e piattaforme digitali creano e vendono contenuti pornografici amatoriali, senza alcuna regola. “Le ragazze della nuova generazione. Sono attratte dall'esca del guadagno facile che offrono alcune piattaforme, come MYM o OnlyFans" dice Siffredi, "mettendosi in mostra senza rendersi conto di cosa stanno facendo, che può causare danni. Le ragazze devono capire che entrano nel mondo digitale le loro foto e i loro video, sono sul web per tutta la vita. Non si può tornare indietro”.
Non usa mezzi termini e ritiene necessaria una modifica legislativa nazionale o superiore: “Dobbiamo inasprire le leggi rispetto a chi non rispetta nessuna regola. Occorre anche essere molto attenti ai minori, perché loro possono avere un facile accesso ai video” sottolinea “Nell'industria ci sono milioni di regole, mentre su Internet clicchi e nulla: nessuna regola”.