AGI - Uno "stile di vita che ha 'favorito' la perpetrazione del reato ai suoi danni, che è senz'altro frutto della grave incuria dei genitori che, con ogni evidenza, hanno omesso di esercitare sulla figlia il necessario controllo, così esponendola a pericolo per la propria incolumità".
È la considerazione scritta dagli assistenti sociali nella relazione, visionata dall'AGI, inviata al pubblico ministero dei Minorenni. Una riflessione che è stata 'condivisa' dallo stesso magistrato per motivare la richiesta di collocazione in comunità di una delle 13enni vittima di abusi sessuali a Caivano (Napoli).
La decisione del Tribunale dei Minorenni è del 9 agosto, confermata poi il 24. "La minore era ed è esposta, nell'ambiente familiare, a grave pregiudizio e pericolo per l'incolumità psicofisica", c'è scritto ancora nella relazione. Gli stessi assistenti sociali, scrive il pubblico ministero, "sono intervenuti in una situazione di chiara emergenza allo scopo di mettere in sicurezza la minore delle condotte dei genitori". Per gli abusi sessuali è in carcere l'unico maggiorenne, che era già detenuto per altre vicende.