AGI - La vita in carcere è difficile, ma può essere un infermo se non si è ben accetti dagli altri detenuti. È quello che sta accadendo nel penitenziario Pagliarelli di Palermo, dove la direzione ha chiesto il trasferimento immediato di sei dei sette ragazzi arrestati per lo stupro di una 19enne.
E non conta che dietro le sbarre, negli stessi padiglioni ci siano altri detenuti condannati o in attesa di giudizio per reati a sfondo sessuale. Lo stupro di una ragazzina, in gruppo, e più di tutto le intercettazioni pubblicate sui discorsi tra gli autori della violenza pesano più di ogni altra accusa.
Gli altri detenuti stanno rendendo la vita impossibile a Elio Arnao, Christian Barone, Gabriele Di Trapani, Angelo Flores, Samuele La Grassa e Christian Maronia. È una regola antica dietro le sbarre: pedofili e stupratori subiscono violenze di ogni tipo, da quelle fisiche, in una sorta di legge del taglione, a quelle psicologiche, come l'isolamento, la privazione del sonno. Capitò alla fine degli anni novanta a un 70enne accusato di aver violentato, poi ucciso e nascosto il cadavere del nipote Silvestro Delle Cave, di soli 8 anni.
Andrea Allocca, che finì in carcere con il genero, zio acquisito del piccolo, nel 1997 morì dopo alcuni giorni di detenzione perché i compagni di padiglione fecero in modo che non dormisse mai.
Nella nota che il direttore del carcere palermitano ha inviato all'amministrazione penitenziaria si parla di "immediato allontanamento". La presenza dei sei ragazzi arrestati qualche giorno fa "è destabilizzante per l'ordine e la sicurezza".