AGI - I piccoli borghi italiani si rifanno il look con l’intelligenza artificiale. Metaverso, app, realtà aumentata stanno diventando la nuova frontiera del turismo local. A sfruttare le occasioni offerte dal digitale sono soprattutto i piccolissimi borghi in cerca di turisti. Perché se alcune note località vacanziere negli ultimi anni si stanno ponendo la domanda di inserire un numero chiuso, ci sono tante amministrazioni che invece dopo decenni di anonimato, vogliono entrare a far parte dell’offerta turistica della propria zona, magari cavalcando l’onda dei grandi eventi internazionali che interesseranno il nostro paese da qui ai prossimi dieci anni.
D’altronde, i numeri parlano chiaro. Una ricerca Coldiretti ha mostrato che tre italiani su quattro quest’estate visiteranno almeno uno dei 5.500 borghi sparsi lungo lo Stivale, e attirarli a sé è la sfida da vincere. Il primo Metaborgo d’Italia si trova in Valtellina in provincia di Sondrio. “Inaugurato” a giugno, qui ad Albaredo per San Marco il turista, dotato di visore, è chiamato a un’esperienza immersiva a spasso nel tempo.
Dall’era Glaciale a secoli più recenti, e incontreranno le popolazioni locali di un tempo, alla scoperta di usi e tradizioni che risalgono ad epoche lontane e che ormai si sono perse. Una sorta di gioco di intrattenimento culturale, dunque, in cui il turista si “immerge” in scene di vita quotidiana che raccontano momenti storici attraverso 12 tappe attivabili tramite QR Code, i visitatori potranno scoprire i segreti del borgo antico con quiz ed enigmi. L’obiettivo è quello di intercettare e orientare gli itinerari di quanti nel 2026 giungeranno in Lombardia per le Olimpiadi invernali Milano – Cortina del 2026.
Ma quello di Albaredo per San Marco, non è un caso isolato. Spostandoci in Basilicata troviamo Lucanum Realverso, un progetto di realtà aumentata che coinvolge nove comuni dove un avatar, spesso in costume tradizionale, conduce il turista in un virtual tour attraverso tempi, tradizioni e persino piatti tipici. Ma anche negozi, chioschetti o espositori virtuali dove presentare le peculiarità enogastronomiche, l'arte e l'artigianato o prodotti innovativi di aziende e startup locali.
A Lagazuoi, in provincia di Belluno, ci si ritroverà in trincea accanto ai soldati della Grande Guerra. Nella montagna dove i soldati austro-ungarici scavarono al suo interno ricoveri per uomini e armi, trasformandola in un’impenetrabile fortezza del XX secolo. Così la zuppa nelle gavette e il pane fatto con la segatura, il freddo, i reticolati e i cunicoli dentro la montagna, la durissima vita di trincea, segnata da estenuanti attese si fanno racconto attraverso un’app.
Su questa montagna, da 25 anni, si investe nella memoria, adattando i percorsi di scoperta alle nuove possibilità tecnologiche, in un territorio disseminato di buche, trincee e gallerie che raccontano la guerra tra l'esercito italiano e austro-ungarico nel biennio 1915-1917. 130 targhe disseminate sul cammino, guideranno il turista attraverso un biennio tragico che si è consumato sulle nostre montagne.
Nel Lazio, ad abbracciare la via tecnologica del turismo è Bassano in Teverina nella Tuscia Viterbese. Qui i progetti in campo sono diversi e prevedono anche una speciale mascotte a fumetti che se inquadrata con un’app gratuita, prende vita grazie alla realtà aumentata, conducendo i più piccoli in una visita alla Torre dell’Orologio, svelandone tutti i segreti. Tra i progetti in campo anche una segnaletica turistica interattiva con contenuti in italiano e in inglese, informazioni su eventi, strutture alberghiere, ristoranti e a una serie di servizi che facilitano la visita alle persone con disabilità fra cui video guide in LIS e audioguide in più lingue.
La tecnologia diventa quindi un nuovo volano per il turismo dei borghi interni, quelli meno conosciuti, ma non per questo meno belli o interessanti dal punto di vista storico. Un patrimonio da riscoprire, soprattutto ora, che dopo la pandemia, il turismo di prossimità e “lento” sta vivendo una nuova, fiorente, stagione.
Di questo se ne è accorto anche il governo che nella valorizzazione dei piccoli borghi ha investito 34 milioni di euro. Vanno nella stessa direzione anche diversi bandi del Pnrr che puntano sull’“Attrattività dei borghi storici” attraverso il “Piano nazionale Borghi” un programma di sostegno allo sviluppo economico/sociale delle zone svantaggiate basato sulla rigenerazione culturale dei piccoli centri e sul rilancio turistico, con l’attivazione degli interventi volti al recupero del patrimonio storico, alla riqualificazione degli spazi pubblici aperti (es. eliminando le barriere architettoniche, migliorando l’arredo urbano), alla creazione di piccoli servizi culturali anche a fini turistici.
La scommessa è aperta e il digitale può diventare il nuovo protagonista del turismo del futuro, in grado di guardare ai nostri borghi, al nostro passato, magari attraverso un visore di ultima generazione.