AGI - Si scioglie in lacrime il branco dei sette ragazzi accusati di avere abusato e brutalizzato una giovane di 19 anni, il 7 luglio a Palermo. Davanti al Gip Marco Gaeta, che li ha interrogati stamattina, Christian Maronia e Samuele La Grassa, piangendo, hanno ammesso di avere partecipato al fatto, ma sempre sostenendo che la vittima sarebbe stata consenziente.
Maronia ha comunque chiesto scusa per quello che ha fatto e ha detto di essersi "rovinato la vita". Più o meno lo stesso copione per La Grassa, che ha sostenuto di avere "sbagliato a non andare via".
Entrambi comunque se la prendono con Angelo Flores, il ventiduenne autore delle riprese video delle scene hard di brutale violenza contro l'inerme diciannovenne, peraltro fatta ubriacare dal branco, per ridurne le capacità di difesa.
Flores, che era stato arrestato il 3 agosto, aveva a sua volta fatto i nomi dei complici, cercando di minimizzare le proprie responsabilità: "Lei ci stava - aveva detto al giudice che lo aveva interrogato - e comunque io facevo solo le riprese". Cosa che non sminuisce comunque la gravità della sua partecipazione allo stupro di gruppo di un branco che ora si scopre fragile.
"La sequenza dei femminicidi di questi giorni non fa che rimarcare quello di cui parliamo sempre: non bastano le leggi, seppure potenzialmente molto efficaci, se ad applicarle restano persone come magistrati, operatori sociali, sanitari e di giustizia, ancora piene di stereotipi e pregiudizi culturali, come se non ci fosse connessione tra discriminazione di genere e violenza", affermano all'AGI Giulia Minoli, Lella Palladino e Celeste Costantino, rispettivamente presidente e vice presidenti di Una Nessuna Centomila, fondazione italiana dedicata alla prevenzione e al contrasto della violenza sulle donne, commentando gli ultimi episodi che hanno visto ancora una volta le donne vittime di violenze sessuali e femminicidi.
"In Italia abbiamo la Convenzione di Instabul - aggiungono - e un sistema normativo adeguato e in continua implementazione, purtroppo le tante misure previste restano troppo spesso inapplicate". A Catania un probabile "falso" suicidio di una giovane moldava, a Bolzano una ragazza di 21 uccisa a coltellate, a Piana di Sorrento il corpo di una donna trovato nel bagagliaio e a Palermo uno stupro di gruppo. Siamo già arrivati a oltre 70 donne uccise dall'inizio dell'anno:
"Bisognerebbe investire in prevenzione. La prevenzione è uno dei pilastri della Convenzione di Instabul, ma alla fine nessuno fa niente. Bisogna cambiare profondamente la cultura di chi deve applicare le leggi.
Proprio per questo - proseguono - la prevenzione e' uno dei pilastri fondamentali della nostra Fondazione Una Nessuna Centomila, perché crediamo che senza il cambiamento culturale e la prevenzione non sarà mai possibile eradicare la violenza maschile contro le donne. Abbiamo chiamato intorno a noi il mondo della cultura e già molte artiste e artisti hanno aderito alla nostra Fondazione. Cerchiamo di fare la nostra parte, ma abbiamo bisogno di molto di più".