AGI - Urlavano "Vieni fuori che ti ammazziamo, dopo la morte di Chris non abbiamo più niente da perdere"': un vero e proprio raid punitivo quello accaduto martedì pomeriggio a casa di Davide Begalli, l'uomo agli arresti domiciliari per aver travolto e ucciso con la sua auto il calciatore 13enne di origini ghanesi Chris Obeng Abom. La denuncia, da parte del legale di Begalli Massimo Dal Ben, sul "Corriere del Veneto".
In azione, una trentina di uomini di colore, travisati con bandane e magliette, che avrebbero cercato di sfondare la porta dell'abitazione urlando con calci, pugni e bastonate. Begalli, che sta scontando i domiciliari a casa della compagna nel comune di Negrar in Valpolicella, nel veronese, era a casa col figlio minorenne della donna ed è riuscito a bloccare la porta dall'interno, evitando che gli aggressori entrassero in casa, facendosi anche male a una spalla.
Gli uomini si sarebbero poi allontanati sentendo che Begalli chiamare i carabinieri, promettendo però di ritornare. L'accaduto, denuncia il legale, ha gettato gli aggrediti nella paura ed "è gravissimo: da giorni Begalli è destinatario di una pesantissima gogna mediatica, pertanto chiedo per lui e per i suoi familiari più sorveglianza e più tutela, ciò che è avvenuto non deve ripetersi più".