AGI - Una settimana fa una prima Tac, oggi il ricovero nel reparto di Chirurgia.
Matteo Messina Denaro, secondo fonti mediche, è sottoposto ad intervento chirurgico per un improvvisa occlusione intestinale. Nulla, dunque, a che vedere con la grave patologia per cui boss di Castelvetrano è da tempo in cura chemioterapica.
Proprio questa mattina, poche ore prima del ricovero in urgenza di Messina Denaro all'ospedale dell'Aquila, lo stesso avvocato Alessandro Cerella, (co difensore del boss insieme a Lorenza Guttadauro, nipote di Denaro) aveva dichiarato all'AGI il peggioramento dello stato di salute del boss, rinchiuso nel regime del 41bis, misura che secondo il legale è incompatibile con il quadro clinico del proprio assistito.
Di qui l'intenzione di presentare nei prossimi giorni al Tribunale della Libertà dell'Aquila un'istanza per ottenere la sospensione della detenzione carceraria con il ricovero in ospedale, luogo nel quale Messina Denaro può ricevere una migliore assistenza sanitaria.
Il boss, oltre al tumore al colon arrivato, secondo i legali, al quarto stato di gravità, porta con sé delle complicazioni dal punto di vista urologico. Un quadro clinico che non fa escludere un eventuale intervento chirurgico
Messina Denaro: "Il concorso esterno? un reato farlocco"
Il concorso esterno? È un reato "farlocco". Parole di Matteo Messina Denaro pronunciate ai magistrati della procura di Palermo il 13 febbraio. Si tratta del primo interrogatorio i cui verbali sono stati depositati oggi. "Il mafioso riservato - ragiona l'ex superlatitante catturato il 16 gennaio a Palermo, rispondendo su Andrea Bonafede che gli aveva 'prestato' l'identità e ritenuto un 'mafioso riservato' - è tipo un altro argomento di legge, se vogliamo dire, farlocco, come il concorso esterno, io preferirei, se fosse una mia decisione: tu favorisci... il favoreggiamento prende da 4 a 5 anni, se favorisci un mafioso sono 12 anni; meglio cosi', si leva il farlocco di torno".
"Non mi pentirò mai"
"Non sono un mafioso" e "non mi pentirò mai". E ancora: "Non voglio fare il superuomo e nemmeno l'arrogante, voi mi avete preso per la mia malattia". Matteo Messina Denaro, nel primo interrogatorio reso ai magistrati di Palermo il 13 febbraio e i cui verbali sono stati ricoverati oggi, si dimostra poco disponibile a concessioni.
"Ora che ho la malattia - spiegava il cambiamento di vita e di stile della latitanza che lo hanno esposto maggiormente - non posso stare più fuori e debbo ritornare qua. Allora mi metto a fare una vita da albero piantato in mezzo alla foresta". A Campobello di Mazara "mi sono creato un'altra identità: Francesco" e pochi conoscevano la sua vera identita': "Giocavo a poker, mangiavo al ristorante, andavo a giocare". Assicura: "Io mi sento uomo d'onore, ma non come mafioso. Cosa nostra la conosco dai giornali... magari ci facevo affari e non sapevo che era Cosa nostra".
E afferma di non avere commesso i reati di cui lo accusano: "Stragi e omicidi... non c'entro nella maniera più assoluta. Poi mi possono accusare di qualsiasi cosa, io che ci posso fare". Non c'entrerebbe neppure con l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo: "Una cosa fatemela dire: forse è la cosa a cui tengo di più. Io non sono un santo, ma con l'omicidio del bambino non c'entro".
Per il boss decise tutto Giovanni Brusca, "e io mi sento appioppare un omicidio, invece secondo me mi devono appioppare il sequestro di persona. Non lo faccio per una questione di 30 anni o ergastolo, per una questione di principio. E poi a tutti... Cioè loro lo hanno ammazzato, lo hanno sciolto nell'acido e alla fine quello a pagare sono io? Ma ingiustizie quante ne devo subire?".
La posizione dell'avvocato
"Matteo Messina Denaro oramai è completamente incompatibile con il regime carcerario soprattutto in quello più duro del 41bis, deve essere immediatamente ricoverato". Lo dichiara all'AGI, l'avvocato abruzzese (di Vasto, in provincia di Chieti), Alessandro Cerella, che dal 25 giugno scorso affianca l'avvocata Lorenza Guttadauro nella difesa del boss mafioso.
I due legali presenteranno al tribunale della Libertà dell'Aquila, un'istanza di ricovero urgente all'ospedale dell'Aquila, luogo nel quale il detenuto in regime di 41bis ha già subito un intervento chirurgico urologico il 27 giugno scorso, con un massiccio dispiegamento di forze dell'ordine attorno al presidio.
Secondo il legale, le condizioni di salute di Matteo Messina Denaro si sono aggravate nelle ultime settimane, tanto che il detenuto - riferisce Cerella - è costretto ad alimentarsi soltanto con succhi di frutta e altri integratori. "Sul punto - ha aggiunto il legale - voglio evidenziare il lavoro straordinario, encomiabile che lo staff diretto dal professore Mutti porta avanti fin dal primo momento che ha preso in cura il mio cliente".
Il quadro clinico aggravato sta portando il boss di Castelvetrano a continui ricoveri 'lampo' all'ospedale dell'Aquila, l'ultimo la settimana scorsa. Il boss, condannato all'ergastolo per le stragi del 1992-1993, è detenuto all'Aquila dal 16 gennaio scorso, dopo essere stato arrestato a Palermo dai carabinieri del Ros. Proprio la sua malattia ha portato gli investigatori e i magistrati sulle sue tracce.
In un pizzino ritrovato il 6 dicembre a casa della sorella Rosalia è stato trovato un diario clinico del latitante, con le operazioni subite, gli esami e i cicli di chemioterapia. Nel carcere dell'Aquila, Matteo Messina Denaro è seguito da uno staff medico che, in vista del trasferimento, hanno realizzato una sala ad hoc vicino la cella, dove effettuare le terapie chemioterapiche. Proprio com'era avvenuto con Bernardo Provenzano, l'altro storico capomafia, che nell'ultimo periodo della sua vita venne ricoverato in una struttura carceraria dell'ospedale di Parma. Subito dopo il trasferimento di Denaro nel supercarcere dell'Aquila, il boss trapanese ha incontrato la figlia e le sorelle.