AGI - Sono stati tratti in salvo tutti i 34 migranti rimasti bloccati su un'insenatura di Cala Ponente, a Lampedusa, dopo che il barchino su cui viaggiavano, venerdì sera, si è schiantato contro la scogliera. A recuperare il gruppo è stato il soccorso alpino e speleologico siciliano con l'82esimo Csar dell'Aeronautica militare e i vigili del fuoco "VF 145" in servizio al reparto Volo di Catania.
I soccorritori si sono calati col verricello e hanno imbracato tutti i migranti che, poco per volta, sono stati portati all'aeroporto di Lampedusa. Fra loro anche sei donne. Le operazioni di soccorso sono state coordinate dalla Questura di Agrigento.
Tre le donne portate al Poliambulatorio, ma nessuna è in gravi condizioni. I migranti hanno dichiarato ai soccorritori di essere originari di Burkina Faso, Camerun, Costa d'Avorio, Guinea, Mali, Nigeria e d'essere partiti da Sfax, in Tunisia, giovedì notte. I migranti, dopo un primo triage sanitario, saranno trasferiti nell'hotspot.
Intanto ci sarebbe un secondo naufragio, dopo quello che ha portato al recupero del cadavere di un bimbo di poco più di un anno e di una donna. A raccontarlo ai mediatori dell'organizzazione internazionale per le migrazioni sono stati gli stessi superstiti.
Secondo la loro versione all'appello mancherebbero una trentina di dispersi finiti in acqua nel canale di Sicilia durante la traversata. La tragedia si sarebbe verificata un paio di ore prima dei soccorsi effettuati dalla Capitaneria di porto.
Quarantacinque i naufraghi salvati e, stando ai loro racconti, ci sarebbero 3 dispersi: una donna e due uomini.
Sul secondo natante, anche in questo caso salpato da Sfax, in Tunisia, giovedì, ci sarebbero invece 42 subsahariani e sono stati 14 i naufraghi recuperati. I dispersi, quindi, dovrebbero essere poco meno di una trentina. Le indagini sul caso sono state affidate dalla procura di Agrigento alla squadra mobile che sta interrogando i superstiti.