AGI - Pressing delle opposizioni contro Marcello De Angelis. Il giorno dopo il post sui social in cui il responsabile della comunicazione della Regione Lazio ha sostenuto che Fioravanti, Mambro e Ciavardini, condannati in via definitiva, non c'entrino alcunché con la strage di Bologna, è corale la richiesta di sue dimissioni da parte dei partiti del centrosinistra, mentre la maggioranza tace sulla vicenda e solo l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno sembra schierarsi con De Angelis, condividendo il post, a suo dire, "coraggioso".
Il caso resta nelle mani del presidente della Regione, Francesco Rocca, mentre nel centrodestra si fa notare che De Angelis non è iscritto a Fratelli d'Italia, né ad altri partiti di maggioranza e che ricopre un incarico di fiducia cui è arrivato dopo una collaborazione con Rocca negli anni in cui guidava la Croce rossa italiana.
Prima dei tg della sera, il governatore, quindi, diffonde una nota in cui parla della strage di Bologna come di una pagina della storia "dolorosa e segnata da presenze e ombre inquietanti", una "ferita ancora aperta per il nostro Paese", rinnovando la sua "solidarietà" ai familiari delle vittime e precisando che De Angelis si è espresso "a titolo personale, mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti".
Il riferimento è al fratello, Nanni, militante di Terza generazione, morto in carcere. De Angelis, precisa poi Rocca, svolge "un ruolo tecnico" in Regione, per il quale è stato scelto "vista la sua pluriennale esperienza professionale e che non ha nulla a che fare con l'indirizzo politico dell'istituzione che mi onoro di rappresentare". Il governatore si riserva, quindi, di "valutare con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, solo dopo averlo incontrato".
Ma le opposizioni non ci stanno a relegare le dichiarazioni di De Angelis a un caso che riguarda solo la giunta regionale del Lazio. Ed è Elly Schlein a scendere in campo per chiedere un intervento diretto di Giorgia Meloni. Le parole di De Angelis sulla strage di Bologna sono "ignobili", attacca la segretaria del Pd, "se non riescono a farlo i vertici della Regione sia la presidente del Consiglio a prendere provvedimenti immediati".
"È grave che Meloni il giorno della commemorazione non sia riuscita a dire che quella di Bologna sia stata una strage neofascista, sarebbe gravissimo se continuasse a permettere ai suoi sodali di stravolgere la verità processuale - sostiene Schlein -. Ponga fine, una volta per tutte, a questa scellerata aggressione alla storia".
Dello stesso avviso il Movimento 5 stelle, che con il capogruppo alla Camera, Francesco Silvestri, respinge le "parole vergognose e inaccettabili" con cui de Angelis "prova ad assolvere personaggi già condannati", stigmatizzando "il silenzio imbarazzante" di Rocca, Meloni e della presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo.
A De Angelis, che si dice pronto a fare un passo indietro, paragonandosi a Giordano Bruno, risponde poi Carlo Calenda. "Caro De Angelis, per fortuna lei vive in un Paese democratico che ha sconfitto i fascisti (come lei). Dunque nessuno la manderà al rogo - dice il leader di azione -. Semplicemente continueremo a combattere le sue idee in nome della democrazia e della costituzione repubblicana che i suoi amici volevano sovvertire. Il martirio le è precluso, le dimissioni no. Spero che Rocca si dia una mossa in questo senso".
Ferma condanna anche dal leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, che esorta Rocca a "non far finta di niente rendendosi complice di questa infamia". Intanto, dopo le proteste dell'Anpi, gli organizzatori del Panta festival di Montauro, in provincia di Catanzaro,h anno annullato l'evento cui avrebbe dovuto partecipare stasera De Angelis.