AGI - "Del poco che so mi è piaciuta la sua arringa". È quanto ha scritto in un telegramma inviato al suo avvocato d'ufficio Adriana Vella, il boss Matteo Messina Denaro, detenuto al 41 bis al carcere de L'Aquila, dopo l'arringa, tenuta dal legale, lo scorso 25 maggio nel processo in cui è imputato quale mandante delle stragi 92. Il boss, si è complimentato con l'avvocato Vella, per la discussione tenuta davanti la Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta e protrattasi per oltre quattro ore (il legale ha chiesto l'assoluzione per non aver commesso i fatti).
Nel telegramma Messina Denaro chiedeva inizialmente la sua disponibilità ad avere un colloquio telefonico con il suo avvocato d'ufficio che poi non si è svolto. A chiusura del telegramma, l'ex superlatitante, ha augurato al suo legale "Buona vita".
Intanto la Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta si è ritirata in Camera di Consiglio per emettere la sentenza che vede lo imputato di essere stato uno dei mandanti delle stragi del '92. In primo grado il boss è stato già condannato all'ergastolo. Quando venne emessa la sentenza, il 21 ottobre 2020, Messina Denaro era ancora latitante. Il Pg Antonino Patti, nel corso della sua requisitoria, ha chiesto la conferma della condanna .
Anche oggi Matteo Messina Denaro, ha rinunciato a comparire all'udienza del processo. La Corte aveva predisposto un collegamento dal carcere dell'Aquila, dove il boss si trova detenuto, ma la sedia, anche questa volta, è rimasta vuota.