AGI - Era in una mensa di via Marina a Napoli ed è stato rintracciato dalla polizia che ha visionato i filmati della videosorveglianza, individuando così il possibile responsabile del rogo della Venere degli Stracci. Ha 34 anni, S.I. le sue iniziali, e non ha una fissa dimora. Le indagini della squadra mobile e degli agenti del commissariato Decumani sono state rapide, dopo l'onda di indignazione per quelle fiamme divampate nei pressi del Molo Beverello, in piazza Municipio, alle 5,30.
Agli agenti di polizia che lo hanno fermato, l'uomo ha negato di essere il responsabile del rogo. Ha anche aggiunto detto di non sapere nulla. Ma a incastrarlo sarebbero le immagini delle telecamere di sorveglianza. Lo si vede alle 5.30 del mattino a piedi, arrivare il piazza Municipio, estrarre un accendino e dare fuoco ai vestiti. Poi il caldo di questi giorni e il vento di questa mattina hanno alimentato le fiamme.
Il tam tam dei social è scattato con le immagini delle lingue di fuoco che in pochi minuti hanno ridotto in cenere gli stracci e avvolto la gigantesca Venere bianca. Nel frattempo la polizia cercava tra i fotogrammi della videosorveglianza chi potesse aver distrutto l'opera d'arte. Di ipotesi ne sono circolate diverse: dalla sfida challange per incendiare la Venere, a un atto di vandalismo puro. Sarà Simone Isaia a dover chiarire come sono andate le cose. Per ora si trova in stato di fermo e a breve sarà ascoltato dal Gip per l'udienza di convalida.
"La Venere degli Stracci" di Michelangelo Pistoletto era da circa due settimane in mostra in piazza Municipio. E subito si era pensato a una delle tante baby gang che imperversano nel centro cittadino. Una ipotesi fondata anche su precedenti di atti di vandalismo, come i continui furti dell'albero di Natale in Galleria Umberto I. Ma dopo i rilievi dei vigili del fuoco, è apparso improbabile che il rogo sia stato causato dall'eventuale lancio di un mozzicone di sigaretta magari da un'auto in transito.
L'opera d'arte che decorava la parte della piazza antistante il molo Beverello, inaugurata da poco dallo stesso scultore, è completamente distrutta.
"Ho sentito Pistoletto, era molto amareggiato e ferito, però anche con grande speranza. La sua opera di tutti questi anni è un'opera che parte proprio dal principio della rigenerazione", ha commentato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, parlando con i giornalisti in piazza Municipio. "Mi ha detto che, alla fine, anche questo atto violento dev'essere interpretato da noi come un momento di rigenerazione - aggiunge - così faremo, la struttura è rimasta integra, quindi rifaremo l'installazione".
Manfredi sottolinea che questi gesti colpiscono molto, ma non bisogna meravigliarsi. "Se guardiamo la storia della nostra umanità - ragiona - c'è sempre stato uno scontro continuo tra la bellezza, il progresso e la violenza e la regressione. Fa parte della storia dell'uomo, però alla fine ha sempre prevalso il progresso, la bellezza e la civiltà, che pero' è portata dalle persone. Napoli è la bellezza e reagirà a questo atto di barbarie. Lo farà senza mollare, senza aver timore di nulla".
L'opera
La 'Venere degli stracci' era stata presentata 14 giorni fa, il 28 giugno scorso, come prima installazione della rassegna 'Napoli Contemporanea 2023', nata con lo scopo di dare spazio all'arte contemporanea nelle strade e nelle piazze della città. Gli stracci che hanno preso fuoco intorno alle 5,30 della notte simboleggiavano gli scarti o i rifiuti, che la Venere ha il potere di rigenerare.
L'opera è stata per due settimane al centro della 'nuova' piazza Municipio, riaperta di recente dopo lunghi lavori, in posizione centrale tra il palazzo del Comune, la Fontana del Tritone, il Maschio Angioino e l'area del porto.
"La Venere che viene dalla storia della bellezza rigenera questi stracci, che di colpo diventano opera d'arte e ritornano a vivere", raccontava Pistoletto nel corso della cerimonia di inaugurazione, che si è svolta a fine giugno nella sala Giunta del Comune, con il sindaco Gaetano Manfredi.
L'artista, pittore e scultore piemontese aveva ricordato anche il suo rapporto con Napoli e il fatto che la stessa Venere, in scala ridotta, fosse già stata esposta nel capoluogo campano in altre occasioni.