AGI - Per decenni il suo nome è stato sinonimo dell'AGI in Sardegna. Fin dagli anni '60 e fino ai primi anni Duemila, Gianni Massa è stato un punto di riferimento nel mondo dell'informazione dell'isola, un pezzo di storia del giornalismo, anche per il suo ruolo nel sindacato.
Vicepresidente dell'Associazione della Stampa Sarda per oltre un decennio, ha fatto anche parte del Cdr dell'AGI, ed è stato il primo presidente del Corerat, il Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo, antenato dell'attuale Corecom.
Innamorato della professione, subì due volte l'arresto per non aver voluto rivelare la fonte delle informazioni ricevute in due vicende processuali. E finì in carcere.
La sua vicenda giudiziaria ha lasciato un segno anche nella giurisprudenza in materia di segreto professionale dei giornalisti. "Dobbiamo anche a lui il riconoscimento del diritto a non rivelare le nostre fonti", ha ricordato stamane in Consiglio regionale a Cagliari il presidente del Corecom Sardegna, il giornalista Sergio Nuvoli, in occasione della premiazione della terza edizione del Premio 'Gianni Massa', dedicato allo storico responsabile della sede regionale dell'AGI.
Tema prescelto, 'La transizione ecologica e l'informazione'. Per la sezione giornalismo sono stati premiati ex aequo Eleonora Bullegas, collaboratrice dell'Agenzia, per un articolo comparso sull'AGI; Michela Columbu, collaboratrice del quotidiano 'La Nuova Sardegna'; e Fausto Egidio Piu. Per la sezione Scuola il premio è andato a un gruppo di studenti e studentesse dell'istituto superiore 'Primo Levi' di Quartu Sant'Elena.
Gianni Massa, scomparso nel 2015, ha speso gran parte della sua vita in redazione, nel suo ufficio del Corso Vittorio Emanuele a Cagliari, dal quale gestiva la sua rete di collaboratori e informatori e dove ha insegnato il mestiere ad alcuni giornalisti che anche oggi l'hanno ricordato con affetto.
In quell'ufficio, dove ancora ha sede la redazione locale dell'AGI, "mio padre ha trascorso più anni di quelli che io ho adesso", ha raccontato, commossa, Valentina Massa, figlia minore del giornalista, carabiniera forestale presente stamane nel Transatlantico del Consiglio regionale, accanto al fratello Dandy Massa, tracciando un ritratto affettuoso e al tempo stesso rigoroso.
Un cronista senza patente di guida, che consumava le suole delle scarpe e si fermava a parlare con le persone, salutando tutti con un sorriso. "Per lui il rispetto era fondamentale", lo ricorda la figlia. Nel contempo "era totalmente incapace di gestire la rabbia senza un'esplosione vocale, sintomo di una grande passione. Ma era anche capace di gesti di generosità dolcissimi. Dava del lei a chiunque, persino ai miei compagni di scuola delle medie".
Negli ultimi anni Massa aveva intensificato il suo impegno a favore degli 'ultimi' e fondato l'associazione 'Socialismo Diritti Riforme', impegnata nella tutela dei diritti delle persone private della libertà personale. "'Rispetta la verità, diceva mio padre, 'Verifica le fonti'. Avevo 10 anni la prima volta che ho sentito questa frase la prima volta", ha confidato Valentina Massa.
"E ancora oggi, per il lavoro che faccio, sono chiamata a farlo". "Massa è stato un esempio di coerenza professionale, al punto da finire in carcere", ha sottolineato Maria Grazia Caligaris, sua storica collaboratrice. "Ha operato con onestà intellettuale, rinunciando alle lusinghe del potere e senza trascurare l'impegno sociale. Era un grande professionista con l'abito dell'umiltà e una singolare capacità di ascolto".
"Un giornalista attento ai temi sociali e che ha combattuto per la libertà di stampa", ha evidenziato il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais. "Temi che noi spesso diamo per scontati ma che sono i risultati e le vittorie raggiunti, in termini di democrazia e di libertà, grazie anche all'attività faticosa di chi come Gianni Massa ha combattuto per consegnarci questi diritti che dobbiamo proteggere e difendere. È giusto rinnovare la memoria di un grande sardo anche come esempio per le nuove generazioni".