AGI - Ci sono capi e gregari del clan Abruzzese fra le 82 persone destinatarie di misure cautelari eseguite da Polizia e Carabinieri a Cassano allo Ionio ed in altri centri della provincia di Cosenza.
Traffico di droga ma anche estorsioni, danneggiamenti a imprese, soprattutto nei settori agricoli e alberghieri, intimidazioni: sono alcuni dei reati che la Dda di Catanzaro contesta a presunti affiliati a un'organizzazione 'ndranghetista attiva nel Cosentino, colpita dall'odierna operazione eseguita da carabinieri e polizia e culminata nell'applicazione di 68 misure cautelari.
Secondo quanto riferiscono fonti investigative, il blitz ha disarticolato vertici e seconde schiere della cosca Abbruzzese e della cosca Forastefano dominanti nell'area della Sibaritide e di Cassano allo Jonio. Le due cosche, un tempo rivali, negli ultimi anni - avrebbero ricostruito gli inquirenti - avrebbe siglato una pax e si sarebbero federate per la gestione degli affari criminali di un vasto territorio della provincia di Cosenza.
Complessivamente sono 82 gli indagati nell'odierna inchiesta della Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri.
Chi sono i componenti della 'ndrina
Ci sono anche esponenti della 'ndrangheta di Cosenza e Rende tra gli arrestati nel blitz di questa mattina che ha inflitto un duro colpo al clan della Sibaritide. Tra i destinatari della misura cautelare in carcere ci sono infatti il boss di Rende Michele Di Puppo; i cosentini Gennaro Presta e Gianluca Maestri; Pasquale Forastefano ritenuto il capo dell'omonima cosca; Celestino Abbruzzese considerato dagli inquirenti il capo del clan degli Abbruzzese. Arrestate anche due donne legate da rapporti di parentela alle storiche cosche, ovvero Erminia Cerchiara e Rosaria Abbruzzese.
Le accuse
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle finalità mafiose, e di altri reati anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose. Nel corso del blitz sono stati sequestrati beni dal valore complessivo di circa 5 milioni di euro tra i quali beni immobili, aziende, quote sociali, beni mobili registrati, rapporti finanziari.
Sin dalle prime ore dell'alba sono state eseguite numerose perquisizioni condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Cosenza, coordinati dal questore Michele Maria Spina e dal capo della squadra mobile, il vicequestore Gabriele Presti e dai carabinieri del Reparto operativo provinciale di Cosenza, guidati dal tenente colonnello Dario Pini.
Le indagini della Dda di Catanzaro sono coordinate dal procuratore capo Nicola Gratteri.