AGI - Il giorno dopo l’archiviazione da parte del Tribunale dei Ministri delle posizioni di Giuseppe Conte e Roberto Speranza, i legali dei familiari delle vittime del Covid guardano avanti.
L’avvocato Piero Pasini, che fa parte del pool impegnato nella causa civile in corso promossa da alcune centinaia di persone contro il Governo e la Regione Lombardia, crede che, nonostante la durezza delle motivazioni epilogo alla lunga indagine di Bergamo, la decisione dei giudici lasci degli spiragli sull''altro' fronte. A suo avviso, sono "enormi le responsabilità a livello di giustizia civile".
“I magistrati del Tribunale dei Ministri hanno archiviato Conte e Speranza – spiega all’AGI – ma sembrano indicare delle responsabilità del Cts, che è comunque un’emanazione del governo, un suo organo ausiliario, oltre che dei dirigenti del ministero della Salute. Non drammatizzerei in questo senso, pensando alle prospettive della causa civile, la decisione pur così severa arrivata sul fronte penale”.
Pasini non condivide il passaggio del Tribunale dei Ministri che esclude la responsabilità dell’ex premier anche perché avrebbe avuto bisogno di tempo per decidere sulla zona rossa di Nembro e Alzano Lombardo per valutare il peso che avrebbe potuto avere su altri diritti costituzionali. “Il bene primo è senza dubbio la vita. Si cerca di giustificare i tentennamenti di Conte in modo francamente maldestro: è ovvio che era una scelta difficile fermare la scuola, il lavoro, i trasporti ma non c’è dubbio quale fosse il bene da tutelare più di tutti. Peraltro, altrove, nel Lodigiano, era stata istituita la zona rossa con esiti positivi"
I giudici hanno ritenuto che a Speranza non potesse addebitarsi il mancato aggiornamento del piano pandemico, uno dei punti chiave dell'inchiesta della Procura di Bergamo secondo la quale la mancata preparazione dell'Italia avrebbe aggravato il bilancio delle vittime. “L'Europa ci chiedeva un piano pandemico che mancava da anni. Questa è stata la pandemia più annunciata della storia. Eravamo nettamente impreparati e le responsabilità risalgono ai primi anni Dieci. Certamente Conte e Speranza non possono essere ritenuti responsabili della mancanza del piano ma avevano tutti gli elementi per poter assumere decisioni drastiche”. Insomma, per il legale “ammesso e non concesso che non vi fosse una responsabilità penale, è enorme quella civile e quella puntiamo a far accertare davanti al Tribunale di Roma.