AGI - "Lui insisteva perché io lo facessi entrare, ma io non ho voluto perché avevo paura". Lo ha messo a verbale lo scorso 31 maggio A., la italo-inglese di 23 anni, ai carabinieri del nucleo investigativo di Milano parlando di quando la notte tra sabato e domenica 27 maggio l'ex fidanzato Alessandro Impagnatiello si è presentato a casa sua dopo aver ucciso Giulia Tramontano, la compagna incinta di 7 mesi.
Un timore dettato "soprattutto dal fatto che non sapevo che fine avesse fatto Giulia e di cosa fosse capace lui. Tenga presente - sottolinea A. agli investigatori della squadra Omicidi - che quando io ero ancora a lavoro e cercavo di capire dove fosse Giulia e perché non mi rispondeva ho fatto una videochiamata ad Alessandro".
"A Giulia interessava solo il bimbo"
"Il nostro incontro è stato veramente cordiale tant'è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile", ha detto a verbale la italo-inglese ai carabinieri del nucleo parlando dell'incontro avvenuto il sabato precedente con Giulia.
All'Armani Hotel "mi ha detto - ha raccontato A. - che Alessandro non avrebbe mai visto il figlio e che a lei interessava solo il bimbo e la sua salute. Non sapeva ancora se si fosse recata a Napoli dai suoi genitori ma sicuramente non voleva più vedere Alessandro. Sarebbe comunque tornata a Senago, dopo il nostro incontro, per parlare con Alessandro e per lasciarlo. Io le ho anche proposto, se ne avesse avuto bisogno, di venire da me a casa a dormire. Lei disse di non preoccuparmi ringraziandomi".
L'amante di Impagnatiello: "Anche i suoi colleghi erano preoccupati"
"Le sue richieste erano talmente pressanti che mi ha accompagnato un collega a casa poiché anche loro erano preoccupati", ha detto a verbale il 31 maggio ai carabinieri 'l'altra donna' di Alessandro Impagnatiello, ripercorrendo la giornata del 27 maggio, quella dell'incontro con Giulia Tramontano.
Agli investigatori della squadra Omicidi del nucleo investigativo di Milano ripete nuovamente quanto già detto ai militari di Senago il precedente lunedì, quando si indagava ancora per la scomparsa e non per l'omicidio, aggiungendo alcuni dettagli.
"Giunta a casa ho notato Alessandro sotto casa che era fermo alla fermata del tram pensando che io tornassi con il tram". Dall'analisi delle ricerche web effettuate da Impagnatiello con il cellulare ne risultano alcune sugli orari del tram come quella "ultima.corsa.tram.14".
"Sono salita in casa senza che lui mi vedesse - ha raccontato A. - lui ha iniziato a citofonare quando io gli ho detto che ero già in casa. Alla fine lui è salito e io gli ho parlato attraverso le sbarre della finestra del ballatoio. Lui insisteva perché io lo facessi entrare, ma io non ho voluto".
La famiglia di Giulia: "Grazie per l'affetto dimostrato"
"A nome della Famiglia Tramontano riporto i ringraziamenti per l'affetto dimostrato da tutta la cittadinanza di Senago". Lo riferisce la sindaca del comune dove abitava Giulia. "Il nostro affetto e i nostri gesti sono arrivati dritti al loro cuore - ha scritto la prima cittadina su Facebook - a nome della comunità di Senago aggiungo un grazie alla famiglia di Giulia e Thiago, perché in questa orribile vicenda ci avete fatto sentire tutti chi figli, fratelli, sorelle, madri, padri o amici parte del vostro dolore e del vostro profondo amore. Ci avete arricchito come comunità. Grazie".