AGI - Oltre 7 miliardi di euro di danni, stando a una prima stima ufficiosa delle parti sociali, 15 morti, quasi 40mila sfollati, 23 fiumi esondati contemporaneamente, oltre 280 frane, di cui 120 particolarmente importanti, più di 100 comuni coinvolti, quasi 5mila uomini della protezione civile impegnati giorno e notte ad assistere la popolazione.
Attività mai tentate prima come quella di "invertire" le acque del Cer, il Canale emiliano romagnolo, per portarle nel Po al fine di salvare la città di Ravenna dall'allagamento. Causa inondazioni e frane, risultano totalmente chiuse 544 strade tra comunali e provinciali. Temporaneamente chiusi anche alcuni tratti delle linee ferroviarie che collegano la Romagna a Bologna.
Sono i numeri della seconda ondata dell'alluvione che in questo mese di maggio ha colpito l'Emilia-Romagna, "un nuovo terremoto" come il presidente della Regione Stefano Bonaccini l'ha definito paragonando i danni dell'acqua a quelli del terremoto che, proprio nel maggio del 2012, colpì il cuore dell'Emilia tra Reggio, Modena, Bologna e Ferrara.
Questa volta l'epicentro è stata la Romagna, ma i danni si sono visti fino a Bologna e nella Bassa ferrarese, hanno lambito Modena i cui ponti hanno retto, ma dove la paura è stata tanta. Il bilancio dell'alluvione è stato fatto nel corso dell'Assemblea legislativa regionale che si è aperta con un minuto di silenzio per ricordare le vittime.