AGI - Il lavoro come religione, la vita spesa interamente tra “casa e botèga” (casa e lavoro, ndr), il coraggio di sperimentare e di cercare soluzioni innovative ben prima che entrasse nel lessico comune lo stesso concetto di “ricerca”, il legame indissolubile con il territorio. Ci sono poche persone capaci di rappresentare i tratti tipici di una imprenditoria che ha fatto la fortuna del Veneto e del Nord Italia. Giordano Riello era una di queste.
Nel 1961 crea dal nulla l’Aermec, capofila di un gruppo che oggi conta cinque aziende, più di 1700 addetti e un fatturato di oltre 500 milioni di euro. La sua è una vita che è un pezzo di storia dell’imprenditoria italiana. Il suo è un lascito che va ben al di là del benessere creato dalle sua imprese.
Un'azienda con oltre cento anni di storia
È morto a 97 anni nella sua casa di Porto di Legnago (Verona), lì dove era nato, in quella stessa frazione della bassa veronese dove aveva fondato la sua azienda suo nonno e dove aveva deciso di restare. Perché sradicarsi dal territorio non avrebbe avuto alcun senso. Una vita fatta di estrema dedizione al lavoro e di una fabbrica considerata famiglia che ha fatto sì che le “Officine Fratelli Riello”, nate nel 1922 divenissero una vera e propria family company capace di annoverare il nome Riello nel gotha dell’imprenditoria italiana.
Non è un caso se proprio la famiglia Riello fu tra gli anticipatori dello stesso concetto di welfare aziendale tra dipendenti (da Giordano chiamati sempre “collaboratori”) considerati come una seconda famiglia.
Il ricordo del nipote
“Il tuo ricordo rimarrà eterno, caro nonno nei tuoi insegnamenti – il ricordo del nipote Giordano - Ci hai guidati con il tuo esempio fin da bambini, facendoci diventare oggi degli uomini. Guardandoti abbiamo imparato il significato profondo della parola lavoro. Affianco alla nonna, che ora starai abbracciando, ci hai insegnato cosa significhi famiglia".
"Nelle tue fabbriche - ha proseguito - hai costruito benessere e sviluppo per le comunità. Il nostro compito sarà quello di mantenere vivo ed eterno il tuo ricordo attraverso tutti quei valori che sono stati guida, riferimento e punto fermo della tua vita. Poter essere stato tuo nipote è stato un onore, nonno. Ti amerò per sempre”.
La storia del gruppo
La pietra fondante dell’ “impero” Riello nasce con l’officina di progettazione e vendita di bruciatori nel 1922 ma Ettore Riello, che ero stato migrante negli Usa, sprona subito i fratelli Pilade, Giuseppe e Raffaello a investire in ricerca e sviluppo, concetti ora comuni nella vita imprenditoriale ma al tempo del tutto innovativi. L’azienda si espande così, proprio negli Usa, e si moltiplicano stabilimenti, rami di business, holding e finanziarie.
Nel 1961 inizia poi l’avventura vera e proprio di Giordano con l’Aermec. Una avventura che invece che procedere nel solco tracciato dal nonno sceglie una direzione contraria: condizionatori invece che bruciatori, freddo invece che caldo. Ma il successo non tarda ad arrivare.
“Un imprenditore – diceva – deve sentire un debito di riconoscenza verso il territorio e la gente che ha permesso a lui di partire e arrivare. Un imprenditore che mette in liquidazione il proprio sistema imprenditoriale specialmente a soggetti “anonimi” è un imprenditore che non ha a cuore il futuro del Paese”.