AGI – Fermi tutti. La millenaria via Francigena, che si distende da Canterbury a Roma per 2.200 chilometri, si ferma sulmalconcio ponte Crocettone, a pochi passi da Pavia, proprio nel punto che dovrebbe rappresentare la porta d'accesso al tratto lombardo. Dove ci sono due sindaci che se le stanno dando, verbalmente, di santa ragione perché uno, Roberto Francese, primo cittadino di Robbio, ritiene che tocchi al collega confinante metterlo a posto e lamenta che il suo paese è tagliato fuori dai pellegrini che prendono il treno per evitare l’intoppo oppure si buttano tra le auto, mentre Giuseppe Cirronis, che guida il vicino Comune di Palestro, ribatte che spetterebbe all’Associazione Irrigazione Est Sesia sistemarlo. Quest’ultima a sua volta ha fatto ricorso al Tar per chiarire che proprio non c’entra e che il Comune di Palestro si è reso responsabile di un “grave travisamento” nell’ordinanza in cui ordina agli agricoltori di “porre in essere ogni adeguato intervento volto a evitare situazioni di pericolo”.
Tutto questo scaldarsi di animi intorno al ponte va avant da gennaioi, spiega all’AGI Francese, creando vari problemi: “Eppure basterebbero per sistemarlo dir tanto tremila euro, un lavoro da poco come se ne fanno tanti in campagna dove spesso non si sa a chi appartengano i ponti. Io credo tocchi a Palestro che questo ponte l'ha voluto fortemente nel 2011. Invece i pellegrini sono costretti a cambiare percorso a causa di un’ordinanza del Comune vicino che fa riferimento a un ‘percorso alternativo’ che però non trovano perché non viene spiegato nella segnaletica mentre quelli che sanno dell’ordinanza saltano la tappa passando dall’ ex strada statale dei Cairoli rischiando di essere investiti, come accadde a un pellegrino morto nel 2008, oppure scavalcano perché gli ostacoli messi sono facilmente superabili e rischiano di farsi male”.
Nel frattempo, le strutture abituate a ricevere i pellegrini sono vuote e anche di fronte a chi viene dall'estero non facciamo una bella figura, proprio noi che accogliamo il 'cuore' antico del cammino. Il paradosso è che le spese legali davanti al Tar costeranno più della cifra da spendere per mettere a posto il passaggio. La porta d’ingresso alla via Francigena lombarda che ora viene sbattuta in faccia ai viandanti.