AGI - La preside della "Falcone" dello Zen di Palermo, Daniela Lo Verde, arrestata per peculato e corruzione, ha "costantemente alimentato la propria immagine pubblica di promotrice della legalità, nonostante il quotidiano agire illegale". Lo scrive il gip di Palermo nell'ordinanza che ha stabilito i domiciliari per lei, il vice preside e la dipendente di uno store di pc e telefonini.
Il giudice segnala, a esempio, la recente partecipazione al convegno del 25 marzo sul tema "Legalità. Punto primo. Non guardare il mondo con gli occhi del denaro: come educare le giovani generazioni". "Sono io quella speciale!", si vantava con il vice preside.
Nella conversazione con il suo vice Daniele Agosta, Daniela Lo Verde affrontava la questione relativa al danneggiamento e al furto degli altoparlanti e dei computer rubati dall'aula magna il 26 agosto 2022 e successivamente denunciato presso la stazione carabinieri San Filippo Neri. Nella circostanza particolarmente eloquente la sua affermazione in riferimento al sostegno ricevuto dalle istituzioni anche attraverso contributi economici che recitava testualmente: "Ci stanno arrivando soldi da tutte le parti!", diceva Agosta.
Lo Verde ne rivendicava il merito "anche per avere reso pubblica la notizia proprio al fine di cavalcare l'onda", sottolinea il gip, "pubblicizzare ancora di più il suo personaggio di preside integerrima in prima linea ed ottenere attestazioni di stima, solidarietà, ma soprattutto soldi e aiuti economici dalle istituzioni".
Affermava Lo Verde intercettata mentre parlava con il vice: "Grazie.. grazie tu devi dire.. perché non l'aveva saputo nessuno, tu lo devi dire che sono io quella speciale!". Effettivamente, nota il giudice, le parole della Lo Verde, "trovavano riscontro nel corso del mese di settembre quando il sindaco di Palermo Lagalla, per tramite dell'associazione Fondazione Sicilia, assegnava all'istituto un contributo di circa tremila euro per riacquistare le attrezzature rubate". (AGI)Mrg