AGI - Associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, nonché di numerosi episodi di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti aggravati dal metodo mafioso, facente capo al clan camorristico "Belforte", noto anche come "Mazzacane"; oltreché, solo per alcuni soggetti, dei reati di estorsione, usura, ricettazione, riciclaggio, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e induzione di falso in atto pubblico, al fine di combinare un falso matrimonio tra un cittadino italiano ed una cittadina straniera previo compenso, con lo scopo di far ottenere il permesso di soggiorno e successivamente la cittadinanza italiana.
Questi i reati contestati a 28 indagati colpiti questa mattina da ordinanza di custodia cautelare (16 in carcere, 7 agli arresti domiciliari e 5 all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) nell'ambito di un'operazione dei carabinieri della Compagnia di Marcianise coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Uno degli indagati, Giovanni Buonanno, è accusato anche di oltraggio alla giustizia, perché avrebbe minacciato reiteratamente Claudio Buttone, collaboratore di giustizia, utilizzando nei confronti della persona offesa l'influenza criminale e la conseguente condizione di assoggettamento omertoso derivante dalla organizzazione camorristica del clan Belforte.
Le intimidazioni erano volte a indurre Buttone a rendere false dichiarazioni nell'ambito del dibattimento che si stava svolgendo dinanzi alla Corte di Assise di Appello di Napoli in relazione all'omicidio di Andrea Biancur, nel quale Buonanno era imputato. Il provvedimento cautelare si fonda sugli esiti dell'attività d'indagine, protrattasi da agosto 2017 a gennaio 2021, riuscendo a identificare complessivamente 71 indagati.
Le diverse attività investigative hanno consentito di accertare l'esistenza di un sodalizio criminale, composto da soggetti dediti alle citate attività illecite, che ha concretizzato una florida attività di spaccio di sostanze stupefacenti, gestito dal clan camorristico ivi operante, ben noto come "clan Belforte o Mazzacane". Le attività dell'associazione dedita all'attività di spaccio di stupefacente erano consumate principalmente in Marcianise, per poi estendersi nei comuni limitrofi, fino a far gravitare i propri interessi criminali anche a Milano.