AGI - “Una sconfitta? No, una vittoria: abbiamo raggiunto grandi obbiettivi”. Per l’avvocato Flavio Rossi Albertini pendolare da mesi su e giù da Roma per visitare Alfredo Cospito in carcere o in ospedale a Milano, la fine dello sciopero della fame rappresenta tutt'altro che una resa.
Stavolta fuori dall’ospedale San Paolo ci sono solo due giornalisti e una camionetta della Polizia a segnalare la presenza sua e del suo assistito al 41 bis nel reparto di medicina penitenziaria. “La nostra vittoria sta nelle decine di giornalisti visti qua fuori, che hanno diffuso il contenuto della sua lotta, assieme a giuristi e intellettuali che hanno fatto petizioni, e poi che mi chiamino nelle scuole per parlare di 41 bis. Prima era un tema che riguardava una minoranza della popolazione, ora in tanti è cresciuta l’insofferenza per un aspetto medioevale del carcere”.
Per la prima volta dopo tanto tempo ammette di essere “sollevato, molto sollevato” anche se resta la preoccupazione perché “Alfredo è in sedia a rotelle, ha un problema neurologico al piede dovuto alla carenza di elementi nutritivi che i medici temono non sia reversibile”. Cospito, condannato a dieci anni per aver gambizzato una manager dell’Ansaldo e sotto processo a Torino per un attentato a una caserma di allievi carabinieri, ha smesso di nutrirsi 181 giorni fa perdendo 50 chilogrammi.
In alcuni proclami aveva dichiarato di essere “pronto a morire” se non avessero revocato il 41 bis a lui e agli altri che sono nella sua stessa condizioni, molti dei quali condannati per mafia. Qualcuno potrebbe interpretare la sua come una retromarcia, una debolezza. “Ma Alfredo non ha mai messo in programma di morire. Ha raggiunto i suoi obbietivi prefissati: oltre a far conoscerere “anche alle nuove generazioni l’incompatibilità del 41 bis coi principi di umanità della pena e quindi con la Costiutzione antifascista e l’impossibilità a leggere di leggere e studiare e di abbracciare e toccare con mano coniugi, figli, fratelli, c’è una “vittoria in diritto di cui altri potranno beneficiare”.
La Corte Costituzionale, spiega il legale romano, ha dichiarato incostituzionale non prevedere le attenuanti anche per chi è recidivo ed è accusato di reati gravi come la strage politica. Questo significa per Cospitio e per gli altri come lui la possibilità di evitare l’ergastolo ostativo". Rossi Albertini sosterrà ancora l'abolizione del 41 bis davanti alla Cedu. A Milano per un po', promette, non si farà vedere.