AGI - Varese, città modello del Pnrr. Lo dicono il Politecnico di Milano che l’ha indicata come esempio virtuoso e i numeri che la collocano tra i primi trenta capoluoghi di provincia destinatari dei fondi.
Ci sono almeno due buone ragioni perché la ‘città giardino’ che Stendhal definì “la Versailles di Milano” si avvia a una felice rivoluzione grazie ai cento milioni ottenuti, una somma molto elevata in rapporto agli 80mila abitanti.
Prima di tutto per l’opportunità straordinaria si è pensato di scegliere delle persone che si occupassero al cento per cento per farla fiorire, senza altre distrazioni. “Appena si è prospettata la possibilità di avere i soldi – racconta all’AGI il sindaco Davide Galimberti, alla guida dell’amministrazione di centrosinistra – abbiamo costituito un ufficio che facesse da regia nella proposta e nella costruzione dei progetti e delle candidature interfacciandosi coi settori di volta in volta toccati. Sono state selezionate undici persone, un dirigente, altri dipendenti e due-tre professionalità nuove. Abbiamo fatto partire una sorta di selezione per vedere chi fosse motivato. Il risultato? Un ufficio formato per lo più da giovani donne, età media sui 40 anni, che lavora con un grandissimo entusiasmo”.
Secondo punto: “Un accordo con la Guardia di Finanza con la quale abbiamo un continuo scambio di informazioni che sta dando un ottimo risultato in termini di scelta delle aziende affidabili. Chiediamo pareri e screening sui nominativi di chi si propone per le opere. Per un bando molto importante, sopra i 20 milioni, abbiamo chiesto che ci aiutassero a scegliere quali caratteristiche dovessero avere i candidati. Indicatori che possono essere, per esempio, l’assenza di infortuni sul lavoro e altri che, secondo l’esperienza dei finanzieri, portano a considerare affidabile un’azienda. Teniamo conto che i lavori sono da terminare entro il 2025-2026, quindi è fondamentale mettersi in buone mani”. Al momento sono in fase finale i progetti per l’asilo nido e per un grosso polo scolastico.
La tempistica nella storia del modello Varese è stata cruciale. “Tanti colleghi amministratori hanno difficoltà perché il mercato ora è saturo, aziende e professionisti sono carichi di lavoro. Per questo abbiamo cercato di anticipare i tempi il più possibile”.