AGI - Papa Francesco ha iniziato nella Basilica Vaticana la solenne Veglia Pasquale nella Notte Santa. Il rito ha inizio nell'atrio della Basilica di San Pietro con la benedizione del fuoco e la preparazione del cero pasquale.
Alla processione verso l'altare, con il cero pasquale acceso e il canto dell'Exultet, fa seguito la liturgia della Parola e la liturgia battesimale, nel corso della quale il Papa amministra i sacramenti dell'iniziazione cristiana a 8 neofiti provenienti da Albania, Stati Uniti d'America, Nigeria, Italia e Venezuela.
Dopo aver acceso il cero pasquale il Pontefice ha seguito in sedia a rotelle la processione in una Basilica buia, secondo i dettami della liturgia. Quindi sono state accese le candele dei fedeli presenti, a cominciare dai 40 cardinali e 25 vescovi concelebranti.
Quindi, dopo la terza invocazione "Lumen Christi", si sono accese tutte le luci di San Pietro. Il Papa ha preso posto nella sua sede, alla destra dell'altare.
"Talvolta impotenti di fronte ai venti gelidi della guerra"
"A volte abbiamo semplicemente avvertito la fatica di portare avanti la quotidianità, stanchi di rischiare in prima persona davanti al muro di gomma di un mondo dove sembrano prevalere sempre le leggi del più furbo e del più forte. Altre volte, ci siamo sentiti impotenti e scoraggiati dinanzi al potere del male, ai conflitti che lacerano le relazioni, alle logiche del calcolo e dell'indifferenza che sembrano governare la società, al cancro della corruzione, ce n'è tanta, al dilagare dell'ingiustizia, ai venti gelidi della guerra". Ha detto Papa Francesco nell'omelia della Veglia Pasquale.
Talvolta "ci siamo forse trovati faccia a faccia con la morte, perché ci ha tolto la dolce presenza dei nostri cari o perché ci ha sfiorato nella malattia o nelle calamità, e facilmente siamo rimasti preda della disillusione e si è disseccata la sorgente della speranza. Così, per queste o altre situazioni, i nostri cammini si arrestano davanti a delle tombe e noi restiamo immobili a piangere e a rimpiangere, soli e impotenti a ripeterci i nostri perché". Ha aggiunto il Papa Francesco nell'omelia.