AGI - La morte di Andrea Papi verrà ricordata la prima di sempre in Italia causata da un orso. La tragedia si è consumata nel pomeriggio di mercoledì 5 aprile quando il runner si è recato tra i boschi della sua Caldes, località della Val di Sole in Trentino, per allenarsi. Due giorni dopo è arrivata la conferma dell’esame autoptico che Papi è morto a seguito dell’aggressione subita dal plantigrado.
La presenza degli orsi in Trentino è diventata da curioso richiamo per turisti, anche un problema sociale, un motivo di un forte e confuso dibattito sfociato in denunce, querele, ordinanze di cattura e abbattimenti. Sempre molto accese le proteste con lettere, ricorsi, sit-in da parte delle tante associazioni di animalisti e ambientalisti.
Era il 1996 quando sulle montagne del Brenta iniziò il progetto ‘Life Ursus’ finalizzato alla tutela della popolazione di orso bruno. La fase operativa del progetto iniziò nel 1999 con la liberazione dei primi due esemplari: Masun e Kirka.
Tra il 2000 e il 2002 vennero liberati altri otto plantigradi per un totale di dieci esemplari complessivi. In quest’ultimo gruppo c’erano anche Joze e Jurka, catturati in Slovenia e considerati tra i pionieri del progetto di reintroduzione sulla catena alpina. Jurka era la madre di JJ1 ‘Bruno’, ucciso in Baviera nel 2004 e adesso esposto al museo ‘Mensch und Natur’ all’interno del Castello di Nymphenburg a Monaco di Baviera.
La comunità di plantigradi in Trentino è attualmente di circa un centinaio di esemplari, una quarantina in più rispetto al 2017. Gli orsi del Trentino negli ultimi anni tante volte sono saliti agli onori delle cronache per le loro incursioni soprattutto notturne anche nei centri abitati, per aver ferito escursioni: mai c’erano state vittime.
Tra attacchi ma anche catture, fughe rocambolesche, visite notturne nei centri abitati, danneggiamenti ad arnie e pecore sbranate, i plantigradi sono stati molto attivi. Grande protagonista era stato l’orso ‘M49’ che l’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa aveva ribattezzato ‘Papillon’.
Tra il 2019 ed il 2020 era considerato l’orso più ricercato d’Europa tanto da essere stato l’argomento più seguito dagli italiani nell’estate 2019, l’ultima senza il coronavirus. ‘M49’ venne catturato la sera del 14 luglio del 2019 ma la notte successiva fuggì dal recinto del centro faunistico del Casteller alla periferia di Trento. Dopo una latitanza di 289 giorni che lo vide emigrare anche nel vicino Alto Adige (nella zona del Butterloch ad Aldino terrorizzò un giornalista bolzanino), il problematico plantigrado venne catturato il 29 aprile 2020. Restò ‘tranquillo’ al Casteller fino al 27 luglio, giorno della seconda rocambolesca evasione. Il successivo 7 settembre la terza cattura nella zona del Vanoi.
Scorrendo l’ormai lungo elenco degli attacchi all’essere umano, il primo risale alla mattina del 14 agosto 2014 quando Daniele Maturi, un fungaiolo di 38 anni tra i boschi di Pinzolo in Valrendena venne ferito alla schiena e ad una gamba da ‘Daniza’. L’orsa morì meno di un mese dopo a seguito dell’anestesia eseguita durante la cattura.
Il 30 maggio 2015 tra i boschi di Zambana a Fai della Paganella, l’orsa ‘KJ2’ ferì alle gambe Marco Zadra, un quarantaduenne che stava correndo per allenarsi. Qualche giorno dopo nei pressi di Cadine, Wladimir Molinari, 45 anni, podista, durante una passeggiata con il cane si ritrovò a tu per tu con la stessa orsa riportando varie lesioni.
La lista prosegue con l’attacco del 22 luglio 2017. Il 70ene idraulico di Cadine, Angelo Metlicovec, durante una passeggiata con il suo cane tra Terlago e i laghi di Lamar, venne attaccato da ‘KJ2 che lo ferì ad un braccio e ad entrambe le gambe. L’allora governatore di centrosinistra Ugo Rossi firmò l’ordinanza di abbattimento che venne eseguita il successivo 13 agosto.
A fine maggio del 2020 un bambino d i 12 anni, Alessandro, durante una passeggiata con la famiglia sulle Dolomiti del Brenta, ad una quota di circa duemila metri si è trovato faccia a faccia con un orso ma è stato bravo ad allontanarsi senza effettuare movimenti bruschi. Il 22 giugno 2020 l’orsa ‘JJ4’ (Gaia), figlia di Joze e Jurka, sul Monte Peller in Val di Non aveva ferito alle gambe due persone, padre e figlio.
L’ordinanza di abbattimento del governatore trentino Maurizio Fugatti venne sospesa da un provvedimento del Tar.
Due mesi esatti dopo un’altra aggressione sempre in quell’area del Trentino. È la sera del 22 agosto quando il carabiniere Diego Balasso di 24 anni viene aggredito ad Andalo dall’orso M47 poi catturato e trasferito in Ungheria. Il militare, che si trovava libero dal servizio assieme ad un’amica, è stato ferito alla schiena. Il 5 marzo scorso a Rabbi nell’omonima vallata trentina, Alessandro Cicolini, 39 anni fratello del sindaco, a circa 1.800 metri mentre stava compiendo una passeggiata con il suo cane, è stato ferito alla testa e al braccio dall’orso Mj5, nato nel 2005 figlio di Maja e Joze, due orsi sloveni portati in Trentino per avviare l progetto ‘Life Ursus’. Tre giorni fa il primo attacco con esito mortale.