AGI - "Queste motivazioni sono vastissime e molto approfondite perché rivelano un contesto storico che si aggiunge a quello già delineato nella sentenza Leoni nel processo Cavallini, che consente finalmente di inquadrare la storia della strage alla stazione di Bologna nel periodo della strategia della tensione". Antonella Beccaria, scrittrice e giornalista, esperta dell'eversione stragista, analizza così le motivazioni della sentenza con cui i giudici della Corte di assise di Bologna hanno condannato all'ergastolo Paolo Bellini per la strage del 2 agosto 1980 che fece 85 morti e oltre 200 feriti.
"La strategia della tensione da più ambienti e per tanto tempo - spiega l'esperta all'AGI - era stata considerata conclusa nel 1974. In queste motivazioni invece si dice che questo periodo va oltre il 1974. Ovviamente la situazione cambia, tanto che nella sentenza si parla del 2 agosto 1980 come momento conclusivo, seppur sui generis e atipico, del periodo delle stragi. Abbiamo il delitto Moro che è uno spartiacque. Focale per questo proseguimento - osserva la giornalista - viene indicato il Piano di Rinascita Democratica di Gelli che è un programma politico e non golpista in senso classico militare".
Nelle motivazioni della condanna dell'ex Primula Nera si parla anche di mandanti e finanziatori della strage alla stazione e del ruolo della P2. "Qui abbiamo accertato che Gelli, la P2, i servizi segreti e quel centro di potere occulto coagulatosi intorno all'ex capo dell'Ufficio Affari Riservati - scrivono i giudici - avevano gestito e destinato ingenti somme di denaro all'esecuzione di un fatto che gravi convergenti indizi indicano nella strage di Bologna".
La sentenza Bellini "parla di un percorso politico - sottolinea Antonella Beccaria - verso un assetto istituzionale autoritario-presidenziale con un uso misurato delle bombe. Un governo non dittatoriale e non militare che doveva operare attraverso un controllo di determinati apparati a iniziare dai servizi segreti, con un uso misurato delle bombe. Dopo il 1974, l'anno delle stragi di Brescia e dell'Italicus, abbiamo un periodo a minore intensita' dal punto di vista delle bombe".
Fino alla strage del 2 agosto 1980. "La P2 e Gelli - conclude - erano uno strumento del consolidamento di un governo forte di tipo autoritario e non dittatoriale".