AGI - "Una persona eccezionale, squisita e con grandi capacità che non possiamo e non dobbiamo dimenticare". È con queste parole che Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano, ricorda all'AGI Carlo Urbani, lo scopritore della Sars, la sindrome respiratoria acuta grave. Era il 29 marzo del 2003, esattamente venti anni fa, quando il medico perse la vita a causa di questa grave infezione.
Urbani è oggi considerato un simbolo della lotta contro la Sars. "Ci ha insegnato l'importanza dell'individuazione precoce della Sars-CoV-1 e dell'importanza di agire subito e meglio", ricorda Pregliasco. "Ha sacrificato la sua vita per riuscire a fare il suo lavoro e per contenere la diffusione del virus", aggiunge.
Carlo Urbani è nato a Castelplanio, in provincia di Ancona, il 19 ottobre 1956. La sua vocazione è stata evidente fin da giovanissimo: prima la laurea in Medicina e poi la Specializzazione in malattie infettive. Ha lavorato per un po' di tempo come medico di base, poi ha iniziato a operare nel reparto di malattie infettive dell'Ospedale di Macerata, dove è rimasto per 10 anni.
Nel frattempo si è sposato con Giuliana Chiorrini. Insieme hanno avuto tre figli: Tommaso, Luca e Maddalena. Quest'ultima, 20 anni, è stata trovata due anni fa senza vita nel suo appartamento a Roma. Si ipotizza un overdose. Urbani è rimasto nel cuore di molti soprattutto per il suo contributo alle popolazioni meno fortunate. Dal 1988 ha partecipato a numerosi viaggi in Africa centrale, per portare aiuto ai villaggi meno raggiungibili. Nel 1996 è entrato a fare parte dell'organizzazione Medici senza frontiere.
È partito insieme alla sua famiglia per la Cambogia, dove si è impegnato in un progetto per il controllo della schistosomiasi, una malattia parassitaria intestinale. Nella sua veste di consulente dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per le malattie parassitarie, ha avuto l'opportunità di ribadire ulteriormente che la causa primaria del diffondersi delle malattie è la povertà.
Nell'aprile del 1999 è stato eletto presidente di Msf Italia. Ha partecipa inoltre alla delegazione che ha ritirato il premio Nobel per la pace assegnato all'organizzazione. Dopo la Cambogia ha raggiunto il Vietnam, dove si è dedicato con coraggio alla cura e alle ricerche sulla Sars, la malattia respiratoria che stava minacciando il mondo intero nel 2003.
All'inizio di marzo si è recato a Bangkok per un convegno, ignaro di esser stato contagiato. Poco dopo hanno iniziato a manifestarsi i terribili sintomi e poi il 29 marzo è deceduto all'eta' di 46 anni. "Carlo Urbani era stato il primo medico dell'Oms ad avere identificato il primo focolaio di questa nuova malattia in un uomo d'affari americano che era stato ricoverato all'ospedale di Hanoi", ricorda l'Istituto superiore di sanità sul sito.
"La sua segnalazione precoce della Sars, ha messo in allarme il sistema di sorveglianza globale ed è stato possibile identificare molti nuovi casi e isolarli prima che il personale sanitario ospedaliero venisse contagiato", aggiunge. Il suo lavoro è stato d'ispirazione anche nella gestione della pandemia Covid-19. "Ci ha insegnato l'importanza di agire rapidamente per contenere i contagi. Non dobbiamo dimenticarlo", conclude Pregliasco.