AGI - “L’8 marzo può essere un momento per promuovere campagne di solidarietà, ricordandoci che ci sono ancora tante battaglie da portare avanti”. Lo dice all'AGI Elisa Bartoli, capitano della As Roma calcio femminile, in serie A e in testa alla classifica del campionato.
“La AS Roma - spiega - è da sempre molto attenta a tutto ciò e in questa giornata per esempio ha lanciato la vendita di una sciarpa rosa prodotta dal Club i cui proventi saranno destinati all’acquisto di materiale sanitario per offrire alle donne vittime di violenza un percorso di visita che garantisca loro la massima tutela negli ospedali. Sono piccole cose che possono però avere un impatto positivo nelle vite di chi, purtroppo, si trova ad avere a che fare con momenti di estremo disagio e di violenza. La giornata dell’8 marzo per me serve anche a celebrare tutte le battaglie che le donne hanno portato avanti nel tempo e che ci hanno permesso di essere qui oggi, più libere e indipendenti rispetto a prima”.
Cresce l’interesse per il calcio femminile, soprattutto da parte delle bambine: “Negli ultimi anni - afferma Bartoli - sempre più bambine si iscrivono nelle scuole calcio, questo anche perché il calcio per fortuna non è più visto come uno sport solo per maschi e quindi la bimba che gioca non è più una mosca bianca, per fortuna”.
Le hanno mai detto quando era piccola che il calcio non era per le bambine? Cosa provava quando glielo dicevano? “Certo, purtroppo è capitato. Mi sono sentita dare del maschiaccio ma io non ho mai dato importanza a queste chiacchiere perché giocare a calcio mi faceva stare bene, era ciò che amavo. Vorrei dire a tutte le bambine che si sentono discriminate di non abbandonare mai i propri sogni e ciò che amano”.
Perché siamo ancora cosi lontano dal professionismo vero e proprio per il calcio femminile, da questa stagione è riconosciuto solo quello di serie A, dove ci siete anche voi. Eppure, c’è sempre più interesse di pubblico e sponsor. “Il passaggio al professionismo in Serie A - prosegue il capitano giallorosso - è arrivato dopo tanti anni di battaglie da parte delle calciatrici e sicuramente non deve essere visto come un punto di arrivo, perché sono tanti gli aspetti ancora migliorabili. E parlo anche di questioni da risolvere anche per tante altre discipline: perché gli sport femminili in Italia non sono ancora riconosciuti come professionistici? C’è ancora molta strada da fare, non solo nel calcio purtroppo”.
Professione e famiglia. Ci sono tante calciatrici mamme, fra un allenamento e l’altro c’è la famiglia, lo studio, oppure per colleghe che non giocano in A, magari un lavoro. E’ difficile coniugare tutto questo pur restando ai massimi livelli? “Credo che studiare non sia un ostacolo, certo - afferma - è comunque difficile coniugare le due cose. Nelle stagioni passate sono cresciuta con compagne che dovevano anche lavorare e quindi ci si allenava la sera tardi; questo purtroppo abbassava sia il livello che l’intensità del gioco. Sarebbe bello se ogni calciatrice potesse avere una tranquillità economica per dedicarsi completamente a questo lavoro”.
Torniamo al calcio, la maglia giallorossa addosso, il grado di capitano, la maglia azzurra… “Roma per me è vita - afferma Elisa Bartoli- è ciò che ho amato fin da piccola e che amo follemente ancora. È un privilegio ed un onore essere il capitano di questa squadra, è un sogno che si è realizzato. Per quanto riguarda la Nazionale, giocarci è il sogno di ogni bambina e una grande responsabilità; spero che molti tifosi possano seguirci al prossimo Mondiale”. Quale è il punto di forza della squadra grazie al quale avete raggiunto gli attuali risultati?
“Sicuramente l’umiltà e l’unione. Abbiamo sempre un atteggiamento propositivo e tanta voglia di cercare di superare i nostri limiti partita dopo partita”, sottolinea la calciatrice. Cosa vi manca? “Speriamo di poter regalare ai tifosi una grande gioia quest’anno. I prossimi obiettivi? Siamo in corsa per lo Scudetto e la Coppa Italia - ricorda - mentre in Champions dobbiamo giocare i quarti di finale all’Olimpico il prossimo 21 marzo contro il Barcellona dopo una stagione sorprendente. Speriamo che molti tifosi vengano a sostenerci per Roma-Barcellona perché grazie al loro calore io e le mie compagne riusciamo a dare sempre il meglio di noi stesse in campo”. Arriverà il fatidico giorno in cui bisognerà appendere gli scarpini al chiodo: “Spero di rimanere in questo ambiente - conclude- perché lo sport e la competizione fanno parte di me e non riuscirei probabilmente a vivere senza”.