AGI - Una “sbalorditiva capacità” di intuire i talenti e una “velocità di connessione” tra idee, progetti e soluzioni originali: questi i tratti di Maurizio Costanzo che più colpirono il maestro Peppe Vessicchio, che ricorda con affetto il giornalista scomparso.
“Ho avuto l’onore di conoscere Maurizio Costanzo e di apprezzare le sue poliedriche doti creative anche se le nostre collaborazioni professionali sono state davvero poche. Quando tra i primi anni ottanta e la metà dei novanta mi è capitato di incontrarlo, sempre in maniera fugace e non più di tre o quattro volte, mi era già nota la sua abilità come sceneggiatore, autore di liriche per canzoni, giornalista, ideatore di programmi televisivi e conduttore”, racconta Vessicchio all’Agi.
“Solo nel 1998, quando fu direttore di Canale 5, ebbi una prima vera occasione di effettiva conoscenza relativamente alle possibilità di allestire rapidamente un concerto ripreso dalla televisione. I dialoghi si rivelarono tanto impegnativi quanto delicati e profondi”, ricorda il maestro napoletano.
Cosa la colpì di più di Costanzo? “La sua velocità nel connettere informazioni, estrarre valutazioni e indicare possibili soluzioni mi sbalordì a tal punto che subentrò il timore di dovermi raffrontare con lui su tali doti, consapevole di non avere chance. Le mie attenzioni - prosegue Vessicchio - erano sempre state incentrate sulla scelta delle note da collocare tra linee parallele e relativi spazi, stimolate dal mio incedere nella vita, molto più lento del suo. Avevo saputo, da amici comuni, che dormiva pochissimo e che ogni minuto della veglia era dedito alla progettazione di nuove iniziative piuttosto che allo sviluppo di quelle già esistenti”.
Qual era la “marcia in più” di Costanzo? Secondo Vessicchio, “il bagaglio di esperienze così varie, le tante ore in più di operosità praticate in una stessa vita e la conoscenza minuziosa della realtà sociale data dalla pratica costante del giornalismo, gli hanno fatto ottenere vantaggi incolmabili su coloro che ne seguivano le orme, ma anche straordinarie capacità di orientamento nel panorama dell’informazione mediatica”. E poi, aggiunge il maestro, “a parte tali doti non trascurabili né comuni, credo che la sua più elevata qualità sia stata la capacità di riuscire a guardare ben oltre i parametri abitualmente adottati per l’individuazione di un talento. Sapeva distinguere la ‘diversa abilità’ dovuta a sciatteria da quella che cova una vittoriosa alternativa al conformismo e dietro cui alcuni spiriti sensibili erigono uno strategico riparo”.
Una lunga lista quella delle “scoperte” passate per il Teatro Parioli: “I personaggi attualmente noti che hanno beneficiato di questa sua capacità, intuitiva quanto lucida perché abilmente coltivata, sono tanti, tanti e tanti. Ne cito uno per tutti, la signora Maria De Filippi, diventata anche sua compagna nella vita. Autrice, conduttrice e produttrice televisiva che da anni detiene primati ineguagliati e indiscussi, esemplare eloquente del grande merito che Costanzo aveva nell’individuare stoffa e attitudini, oltre le consuete prospettive, in coloro che incontrava. Proprio a Maria, al loro figlio Gabriele e agli altri famigliari”, conclude Vessicchio, “va la mia vicinanza affettiva per il tempo triste e doloroso che stanno attraversando”.