AGI - Uomo (67%), mediamente giovane (l'età media è di 41 anni), occupato (73%), con figli minorenni (49%), ha competenze finanziarie ed è istruito (con titolo di studio pari o superiore alla laurea per il 26%). Inoltre, tenore di vita dichiarato sopra la media e gioca prevalentemente per svago e per divertimento. È l'identikit del giocatore tipo che opera in circuiti illegali. Lo dice il secondo Rapporto di ricerca sul settore del gioco in Italia, nato dalla collaborazione tra Luiss Business School e Ipsos e presentato oggi a Villa Blanc.
Un Rapporto nell'ambito dell'Osservatorio sui mercati regolati della scuola e realizzato con il supporto dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L'incontro, introdotto da Raffaele Oriani, Dean della Luiss Business School, registra la partecipazione di Alberto Pozzolo, dell'Osservatorio Mercati regolati Luiss Business School, e di Ilaria Ugenti, Corporate Reputation Leader presso Ipsos.
Presenti anche Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos, Italo Volpe, vice Capo di Gabinetto del Mef, e Alberto Petrucci, ordinario di Economia Politica alla Luiss 'Guido Carlì. In videocollegamento Livia Pomodoro, membro della Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO e presidente dell'Advisory Board del Progetto.
"Lo studio conferma lo scenario emerso nel primo rapporto sul gioco in denaro dell'Osservatorio sui mercati regolati, evidenziando caratteristiche e particolarità di un settore che sta configurandosi sempre più come industry - ha dichiarato Oriani - Gli operatori svolgono un ruolo fondamentale per il presidio della legalità e per diffondere, attraverso azioni di informazione, una 'cultura del gioco sempre più responsabile e ludico".
Dopo aver delineato nelle precedenti analisi la dinamica del gioco in Italia dal 2019 ad oggi - che, come in altri settori, ha evidenziato una progressiva e ormai consolidata digitalizzazione dei comportamenti dei giocatori - il lavoro di ricerca si è focalizzato sul profilo dei giocatori, nei circuiti legali e illegali, e sui loro comportamenti, delineandone appunto un vero e proprio identikit.
Emerge anche che rispetto agli ultimi dati di rilevazione relativi al 2022 si registra un incremento del 2,5% dei giocatori maggiorenni nei circuiti illegali rispetto all'anno precedente. Altro dato interessante della ricerca è l'aver rilevato una nuova figura: il giocatore dei circuiti illegali 'inconsapevole.
Questo cluster rappresenta un terzo dei giocatori che operano in circuiti illegali (pari al 4% della popolazione totale) e considera del tutto inaccettabili le scommesse clandestine o i giochi illegali: di qui la deduzione che per loro vi sia un utilizzo dei canali illegali non del tutto consapevole. In sostanza, essi non sono in grado di distinguere i luoghi legali dagli illegali per mancanza di sufficienti informazioni che consentano loro una migliore valutazione delle due offerte di gioco ma al tempo stesso riconoscono nel settore del gioco legale una garanzia a propria tutela.
"Queste evidenze ribadiscono l'importanza di una comunicazione trasparente ed informativa sui rischi legati al gioco illegale", ha affermato Pagnoncelli, sottolineando quindi che "il giocatore informato sa riconoscere la differenza tra gioco legale e illegale, sia nell'offerta di gioco fisica che digitale, e può assumere, con maggiore probabilità, anche comportamenti responsabili". La presentazione dei risultati della ricerca è stata anche l'occasione per ipotizzare alcune soluzioni per mettere il giocatore nelle condizioni di fare scelte consapevoli e responsabili.
Tra queste è apparso fondamentale il ruolo delle stesse aziende: i giocatori che percepiscono un forte impegno da parte delle imprese nello sviluppo di attività di legalità e protezione dei consumatori ritengono, infatti, che il fenomeno dell'illegalità sia meno diffuso rispetto al resto della popolazione. E, al contempo, ritengono più probabile scoprire e sanzionare i comportamenti illegali (46%).