AGI - Sono 15 in Sardegna gli indagati, a vario titolo, per associazione con finalità di eversione dell’ordine democratico e per ricostituzione del disciolto partito fascista.
La base del gruppo terroristico, che aveva un leader carismatico considerato particolarmente pericoloso, era a Torpè, nel Nuorese. Stamane sono state eseguite dai carabinieri del Ros tre misure di custodia cautelare in carcere e una ai domiciliari, disposte dal gip di Cagliari, Giorgio Altieri, nell’ambito di un’indagine antiterrorismo coordinata dal procuratore aggiunto Guido Pani. In carcere a Badu’e Carros a Nuoro e a Oristano sono stati condotti Ananio Manca, considerato il punto di riferimento di quello che si definiva ‘Fronte Legionario sardo’ e che si era radicalizzato durante un precedente periodo di detenzione, e i cugini Angelo e Niccolò Sulas.
Agli indagati, che si stavano costituendo sotto forma di milizia sul modello degli indipendentisti corsi, sono attribuiti una serie di attentati con armi ed esplosivi a Torpè e in Baronia, nel 2019 (una media di due al mese) e fino al 2021, anche per invitare la popolazione a non votare, rapine e tentate rapine per autofinanziarsi e anche attività di spaccio di marijuana.
L'OPERAZIONE 'REAZIONE'. Le indagini durate due anni e sfociate nell'operazione 'Reazione', così l'hanno battezzata i carabinieri del Ros che l'hanno condotta assieme ai colleghi del comando provinciale di Nuoro, sono cominciate nel 2019, anno di elezioni regionali e amministrative in Sardegna, oltre che delle europee, e anche della grande protesta del pastori per il prezzo del latte.
A Torpè, paese di meno di 3 mila abitanti nel Nuorese, a febbraio davanti a un seggio elettorale, fu trovato un ordigno ad alto potenziale. Al primo di una serie di atti intimidatori, anche incendiari, seguirono azioni di volantinaggio nel territorio della Baronia, riconducibili a un gruppo neofascista, che inizialmente si firmava 'Movimento politico reazionario', con toni gravemente xenofobi, antieuropeisti e ispirati alla destra sovranista.
Non risulta che l'organizzazione abbia infiltrato il movimento dei pastori durante la protesta del 2019, ma quell'anno a Torpè comparvero scritte, riconducibili al gruppo fascista, che ne sostenevano le ragioni.
MINACCIA DI LOTTA ARMATA. Il 25 maggio 2019 vicino ai seggi comparve un volantino con alcuni proiettili calibro 7.65, che invitava gli elettori a non votare alle europee del giorno successivo: il Movimento minacciava "il governo e il parlamento" di intraprendere la "lotta armata" con "attentati alle sedi istituzionali di tutta Italia" e di diffondere "dati e informazioni secretate dallo Stato". Il gruppo operava anche in Rete, in particolare su dark web, dove gli investigatori hanno recuperato materiali.
A Torpè e nel circondario quell'anno si erano susseguiti atti intimidatori a sindaco, sedi istituzionali, immigrati e anche nei confronti di cittadini che avrebbero potuto collaborare coi carabinieri impegnati nelle indagini sui singoli episodi.
LA FIGURA DEL LEADER. Gli investigatori sono poi risaliti ad Ananio Manca, che ha numerosi precedenti: durante un periodo in carcere si era avvicinato a ideologie di estrema destra e, una volta libero, aveva militato nella formazione 'Ultima Legione Italia', che l'aveva espulso perché considerato troppo radicale. Poi si era formato il cosiddetto 'Fronte Legionario sardo'. Il gruppo di proseliti, secondo l'accusa, si era organizzato per autofinanziarsi anche attraverso lo spaccio di droga e disponeva di armi, sia legalmente detenute sia clandestine: in particolare sono state sequestrate una pistola e due fucili illegali, oltre a proiettili calibro 12.
Le attività dell'organizzazione, impegnata in una sorte di "gestione feudale" del territorio, sono state ricostruite anche grazie a pedinamenti, intercettazioni e attività sotto copertura. Fra i fatti contestati rientrano una tentata rapina in un'abitazione di campagna a Torpè, un attentato a un imprenditore di origine svizzera attivo nella compravendita di immobili (una bomba ad alto potenziale fu piazzata nel 2020 sulla sua auto) e minacce al sindaco del paese. Sempre nel 2020, il gruppo organizzò un volaninaggio tra Olbia e la Baronia, in occasione dell'anniversario della Marcia su Roma.