AGI - Ha perso 47 chili da quando il 20 ottobre 2022 ha iniziato lo sciopero della fame, ma Alfredo Cospito ha ancora una capacità "immutata di orientare le iniziative di lotta della galassia anarco insurrezionalista verso strategie e obiettivi sempre più rilevanti".
È questo il motivo per cui il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha deciso di respingere l'istanza di revoca del 41 bi, confermando dunque il carcere duro. "È provato, stanco, ormai allo stremo. È una persona molto in là rispetto alla fase critica". Lo descrive così il legale, Flavio Rossi Albertini, che ha tenuto una conferenza stampa alla Camera, rivelando che Cospipto si aspettava la decisione che poi il ministro ha assunto, e ha ringraziato quanti si sono spesi per lui.
"Hanno deciso di tumularmi", ha detto l'anarchico al suo avvocato, secondo il quale "è stato dilatato il perimetro applicativo del 41 bis, lo hanno fatto per zittire Alfredo Cospito". "L'esito è quasi scontato, per quanto mi riguarda sono settimane che considero imminente il tracollo. Alfredo Cospito dimostra di avere una tempra particolarmente forte, anche a sentire i medici, ma che l'esito di questa vicenda sia la fine di Cospito mi sembra scontato". Ma L'anarchico che ha iniziato la battaglia per l'abolizione del 41 bis "erga omnes" è determinato nella sua decisione di andare avanti. "Non accetterebbe una sospensione" del regime carcerario del 41-bis. "Siamo pronti a dare battaglia" contro l'eventuale decisione di alimentare forzatamente Alfredo Cospito, puntualizza l'avvocato Rossi Albertini. "Alfredo Cospito è stato chiaro e sarebbe irrispettoso alimentarlo artatamente", aggiunge l'avvocato in conferenza stampa alla Camera. "Lui ha lasciato disposizioni precise e lo ha fatto in condizione di perfetta lucidità. Una volontà che non possono violentare". E il legale annuncia un ricorso contro la decisione del ministro Nordio, pur sapendo che "sarebbe uno strumento spuntato".
Nel provvedimento che rigetta la revoca del 41 bis, Nordio evidenzia "i profili di pericolosità correlati al ruolo associativo di Alfredo Cospito (al di là della sua partecipazione di tipo concorsuale negli specifici episodi illeciti) risultano confermati dal moltiplicarsi delle azioni intimidatorie e violente seguite alla adozione del regime carcerario differenziato da parte di gruppi anarco insurrezionalisti".
E preoccupano anche gli appelli lanciati da Cospito, che si sono "trasformati in un'onda d'urto propagatasi sul territorio nazionale e all'estero". "Il mondo antagonista si muove ispirandosi ad Alfredo Cospito - scrive il guardasigilli - e a sostegno di costui, mediante azioni violente e di grave intimidazione, ossia proprio ciò che il detenuto propugna e che viene immediatamente raccolto e tradotto in pratica e in atti concreti". Anche lo sciopero della fame, tradizionalmente una forma di protesta non violenta, secondo il ministro, nel caso Cospito, assume "un significato assolutamente opposto". "La dimostrazione la si trae da una frase pronunciata da Alfredo Cospito: 'Il corpo è la mia arma'. Il corpo di Alfredo Cospito è divenuto il catalizzatore che serviva all'azione strategica del detenuto che chiedeva unità d'intenti e obiettivi pur lasciando a ciascuna formazione la libertà di autodetenninazione in relazione alla tipologia di atti da compiere. Le vicende che si sono verificate e registrate dimostrano che lo scopo è stato raggiunto. Ciò rappresenta una ulteriore dimostrazione non solo della estrema pericolosità di Alfredo Cospito ma anche della persistente, e anzi aumentata, possibilità che egli mantenga contatti con una vasta area di gruppi collegati alla ideologia anarco insurrezionalista"