AGI - “Siete contenti di stare qui?”. “Nooo”. La domanda durante la conferenza stampa del presidente del Casinò di Sanremo Adriano Battistotti ottiene la risposta quasi corale di un centinaio di giornalisti. Ma come: stanno assistendo alla conferenza stampa di presentazione di un festival attesissimo, accompagnato negli anni del regante Amadeus da un’aura magica, e si lamentano.
Perfino Gianni Morandi, che non sapeva della questione in ballo, si è meravigliato. La spiegazione c'è e sta nel malcontento diffuso in queste ore motivato dal fatto che quest’anno i giornalisti, dopo la pandemia, si aspettavamo di tornare al vecchio e sontuoso roof del Teatro Ariston, per quasi 30 anni la casa di chi ha raccontato la kermesse e invece resteranno al Casinò per il secondo anno di seguito.
Un problema di casta?
Potrebbe sembrare un problema di casta ma forse può stimolare altre letture.
Intanto, si può ipotizzare un tema di pluralismo come spiega all’AGI Andrea Spinelli, presidente delle sala stampa da un paio di decenni, che ha preso la parola nell’incontro tra giornalisti, Rai, Amadeus e Gianni Morandi. “Il roof aveva posto per 450 giornalisti, ora siamo poco più di un centinaio. Parliamo di un taglio col machete. Questo significa che stanno fuori tutti i giornalisti che ora si collegano alle conferenze stampa attraverso una piattaforma digitale ma anche che i giornali che una volta mandavano più persone adesso si limitano negli invii. E poi il roof era speciale, è rimasto scolpito nella mente anche di molti ospiti internazionali”.
Così uno degli estromessi collegato online si è fatto portavoce degli esclusi: “La nostra domanda è: quando tornerà a essere un Festival aperto a tutti?”.
Risposta dall’ufficio stampa della Rai: “Ci stiamo lavorando e piano piano cercheremo di tornare alla normalità”. Ma la rassicurazione non basta. Il pensiero dei più, che poi sono anche tra i giurati della gara, è che la situazione sia irrevrsibile, considerando anche che dove c’è il roof sono stati ricavati lo scorso anno dei camerini più ampi per garantire le distanze anticontagio. Battistotti tutto sommato lo scontento della sala stampa l’ha preso bene e anzi ha colto l’occasione per ricordare anche i fasti dell’attuale sala stampa: “Stiamo parlando della sala De Santis dal nome dell’ imprenditore napoletano che dal 1928 al 1934 chiamò Pirandello a fare il direttore del teatro e Mascagni nel ruolo di direttore dell’orchestra sinfonica”.