AGI - Sulle strade italiane muore in media un pedone ogni 14 ore. A gennaio, ne sono stati investiti e uccisi 51 (13 donne e 38 uomini, 40 cittadini italiani e 11 stranieri): l'anno scorso, nello stesso arco di tempo erano stati 31, due anni fa 30, tre anni fa (ultimo mese ante Covid) 59. Tra le vittime di gennaio, tre gli under 18 (il più piccolo aveva 4 anni) e ben 22 gli ultrasessantacinquenni, il 44%. Sei i casi mortali soltanto a Roma, un triste record. Sono alcuni dei dati dell'ultimo report sul fenomeno curato dallo speciale Osservatorio dell'Asaps, l'Associazione sostenitori e amici della polizia stradale: si tratta di una stima preliminare, fondata sui dati rilevati dalle forze di polizia e dalle polizie locali, che non comprende ovviamente i decessi avvenuti in ospedale a distanza di giorni.
Meno luce, più decessi
Sul mese di gennaio incide in modo negativo il fattore della minore visibilità a causa delle giornate più corte. Asaps non è in grado di dire "se anche la riduzione della pubblica illuminazione a causa della crisi per le bollette elettriche a carico delle amministrazioni comunali abbia inciso su un così alto numero, ma certamente potrà emergere dai rilievi degli organi di polizia stradale se la strada fosse stata poco illuminata al momento del sinistro".
Due dei tre minori uccisi a gennaio (4, 10 anni e 16 anni) sono stati investiti sulle strisce in compagnia di parenti ma è tra gli over 65 che si è consumata ancora una volta una vera strage: la vittima più anziana, di Olbia, aveva 88 anni, falciato anche lui sulle strisce pedonali. Ben 7 i casi di pedoni investiti e uccisi mentre andavano a gettare la spazzatura vicino a casa, soprattutto nelle ore serali e notturne.
Premesso che solo dopo accertamenti sanitari urgenti molti automobilisti risultano alterati alla guida, a gennaio nell'immediatezza del sinistro si è accertato che in un solo caso il conducente investitore era ubriaco, mentre in ben 7 occasioni il conducente è fuggito, lasciando la vittima a terra esanime, senza prestare soccorso, "con un comportamento criminale, nonostante l'inasprimento delle sanzioni penali, aggravate dalla legge sull'omicidio stradale".
Una scia di sangue che non si interrompe
Le regioni più a rischio per i pedoni sono risultate a gennaio il Lazio con ben 10 pedoni morti seguita da Emilia Romagna e Lombardia con 7, Campania con 5, Calabria e Toscana con 4. La maggior parte degli investitori era alla guida di auto (42), in 4 casi di autocarri, in 3 di autobus e in 2 di moto.
"Asaps con la prima stima preliminare 2023 vuole fornire uno spaccato della sicurezza stradale in tempo reale, con una analisi sull'utente più vulnerabile in assoluto - spiega Giordano Biserni, presidente dell'Associazione - Cinquantuno morti in un solo mese sono una enormità, come se fosse sparito un condominio di 5 piani, con una scia di sangue che non accenna a diminuire, visto che nel primo giorno di febbraio si sono già aggiunti altri due decessi. Sarebbe auspicabile sapere che cosa si intende fare per difendere i pedoni, che cosa si aspetta ad introdurre sanzioni per chi continua ad utilizzare il cellulare mentre guida, distogliendo lo sguardo anche per pochi secondi. Poi l'allarme sulla 'pirateria stradale' con 7 corpi lasciati sulle strade e la fuga dell'investitore. Pene severe e basta sconti a chi fugge, visto che la riforma Cartabia ha eliminato la procedibilita' d'ufficio nei casi di fuga dopo aver provocato lesioni gravi o gravissime".