AGI - "Con grande dolore apprendo le notizie che giungono dalla Terra Santa, in particolare della morte di 10 palestinesi, tra cui una donna, uccisi durante azioni militari israeliane antiterrorismo in Palestina e di quanto accaduto vicino a Gerusalemme venerdì sera quando 7 ebrei israeliani sono stati uccisi da un palestinese e tre sono stati feriti all'uscita della sinagoga". Così Papa Francesco dopo l'Angelus, dopo gli attacchi di Gerusalemme.
"La spirale di morte che aumenta di giorno in giorno non fa altro che chiudere i pochi spiragli di fiducia che ci sono tra i due popoli. Dall'inizio dell'anno - sottolinea il Pontefice - decine di palestinesi sono rimasti uccisi negli scontri a fuoco con l'esercito israeliano. Faccio appello ai due governi e alla comunità internazionale affinché si trovino subito e senza indugio altre strade che comprendano il dialogo e la ricerca sincera della pace".
E prima della recita dell'Angelus, il Papa è tornato a parlare della cultura dello spreco e dello scarto. "Ambedue sono peste" ha detto. "Non sprecare ci permette di apprezzare il valore di noi stessi, delle persone e delle cose. Purtroppo, però, è un principio spesso disatteso, soprattutto nelle società più agiate". In questo senso va anche l'appello a non sprecare "le risorse del creato", che "non si possono usare così".
Il Pontefice ha rimarcato come "nel mondo ogni anno vada sprecato circa un terzo della produzione alimentare totale. E questo mentre tanti muoiono di fame!". "I beni vanno custoditi e condivisi, in modo che a nessuno manchi il necessario. Non sprechiamo quello che abbiamo, ma diffondiamo un'ecologia della giustizia e della condivisione!", ha aggiunto il Pontefice che ha indicato "tre sfide contro la mentalità dello spreco".