AGI – Amerigo Minnicelli, nipote del tenente garibaldino Luigi a cui è intestata una loggia di Rossano Calabro, è stato espulso dalla massoneria nel 2012 “perché ho denunciato su un sito web le infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle logge calabresi”.
Il tema dei legami tra la criminalità organizzata e le mafie è emerso con l’arresto di Matteo Messina Denaro anche per il coinvolgimento di un medico massone trapanese, indagato per la latitanza del boss. E’ stato stato sospeso dal Grande Oriente d’Italia con un richiamo alla presunzione d’innocenza.
“C’è una bella differenza tra l’espulsione e la sospensione – commenta all’AGI Minnicelli che di mestiere fa l’avvocato -. Sono stati numerosi gli iscritti finiti sotto inchiesta per mafia ma nessuno è mai stato espulso e nemmeno processato, come richiederebbero le Costituzioni massoniche. C’è una grande massa di persone sospese che è rimasta nel limbo, non si sa che fine abbiano fatto”.
Ha un’idea per cui la massoneria sia diventata col tempo sempre più permeabile alle mafie: “Quando mi sono iscritto nel 1991, gli iscritti alla massoneria calabrese erano circa 300 distribuiti in una trentina di logge, ora sono, a quanto so, 3mila in cento logge. La Calabria è diventata determinante per eleggere il Gran Maestro. Da società esoterica è diventata una bocciofila, dove entra chiunque ed è facile perdere il controllo degli iscritti. Così si agevolano i legami con la mafia, gli scambi di voti e di favori. La massoneria gestisce un giro di sette milioni di euro”.
Secondo Minnicelli, “è impossibile che il medico non sapesse chi fosse Messina Denaro” ed è “strano che questo medico non si sia confidato coi suoi superiori, come accade nella famiglia massonica, su questa sua conoscenza tanto più che l’attuale Gran Maestro è andato in visita proprio a quella loggia”.
Minnicelli ricorda la sua espulsione: “Il Gran Maestro di allora, Gustavo Raffi, che era un carissimo amico e che avevo votato, mi prese per il grembiulino e mi disse: ‘Guarda che ti mando a casa. Io risposi: ‘Io a casa mia ci sto bene, non so tu’. Feci ricorso contro l’espulsione, la questione è ancora in mano alla giustizia civile. Attendo una sentenza da dieci anni. Ho perso il primo grado, aspetto l’appello. Nel frattempo il mio avvocato è arrivato all’età di 93 anni”.