AGI - Per chi si sposta in auto comincia l'incubo della ricerca di un distributore di benzina aperto. Lo sciopero inizia oggi, ma con orari diversi a seconda della posizione dell'impianto. Il rifornimento in autostrada potrà continuare senza intoppi fino alle 22 di oggi, mentre la rete di distributori su tutto il territorio comincerà a staccare le pompe dalle 19. E i disagi proseguiranno fino a giovedì 26 gennaio, alle 19 per gli impianti presenti nelle città e su strade statali, fino alle 22 dello stesso giorno per i distributori in autostrada. Non fanno eccezione gli impianti self-service, che osserveranno gli stessi orari per la serrata. Ma in base alla normativa sugli scioperi, sulla rete autostradale sarà garantita l'apertura dei distributori di carburante inseriti nella "turnazione A" e indicati nell'elenco disponibile sul sito delle Regioni.
La serrata però avrà delle defezioni. Non ci sarà un'adesione totale. Nelle aree di servizio Adda Nord e Adda Sud dell'autostrada A35 Brebemi-Aleatica, zona Caravaggio (Bg), sarà infatti possibile rifornirsi di carburante anche durante lo sciopero previsto sulla rete autostradale. La mobilitazione non toccherà quindi le 2 aree di servizio della direttissima A35 Brescia-Milano.
Ma anche al di fuori della rete autostradale sarà possibile trovare benzinai al lavoro. Alla protesta aderiscono gli operatori di Faib, Fegica e Figisc-Anisa, ai quali arriva la "solidarietà piena" di Assopretroli-Assoenergia, l'associazione che rappresenta le aziende proprietarie di oltre metà delle stazioni di servizio stradali in Italia. "il settore distributivo si mobilita contro l'ingiusta campagna di criminalizzazione delle imprese - si legge in una nota - accusate contro ogni evidenza numerica, di speculare sui prezzi della benzina a danno dei consumatori. Un'accusa dimostrata infondata, numeri alla mano, dalla lettura delle banche dati dei Ministeri competenti. Rilevazioni pubbliche, open data, che già da molti anni garantiscono piena conoscibilità e trasparenza al mercato. Le misure introdotte col Decreto Trasparenza sono quindi la soluzione finta a un problema che non esiste, se non nella schermaglia del dibattito politico. Alcune di esse non solo sono inutili e sproporzionate, ma perfino dannose".