AGI - Il boom di casi Covid in Cina, che ha riaperto dopo anni di continui lockdown, non sta influendo sull'andamento dell'epidemia in Italia, dove anzi i casi e i ricoveri sono in calo dall'inizio dell'anno. Malgrado le quarte e quinte dosi di vaccino non abbiano avuto un'adesione bulgara, per usare un eufemismo, il sistema immunitario degli italiani sembra ormai corazzato, grazie alla doppia immunità acquisita dal vaccino e dalla malattia.
Tenendo sempre a mente che il Covid ci ha insegnato, da quel drammatico 2020, a non darlo mai per vinto, i numeri diffusi proprio oggi dall'Istituto Superiore di Sanità consegnano una certezza: al momento da noi il virus non ha rialzato la testa, e l'inverno sta scorrendo senza allarmi, con numeri molto più bassi rispetto all'anno scorso.
A partire dal tasso d'incidenza: l'ultimo, calcolato nel periodo 13-19 gennaio 2023, è sceso a 88 casi per centomila abitanti, contro i 143 per centomila della scorsa settimana. Un dato che non si registrava da molti mesi, da prima dell'irruzione della variante Omicron e della sua infinita cucciolata di sottovarianti e sottolignaggi che ha fatto esplodere il numero di contagi, fortunatamente senza un analogo boom di ricoveri e decessi.
Lo scorso anno a quest'ora l'incidenza era pari a 1.691 casi per centomila: venti volte tanto. Sebbene già lo scorso inverno le misure più drastiche, dalle chiusure ai coprifuoco, fossero un ricordo, la situazione era assai più emergenziale, e gli ospedali erano stati comunque impegnati dalla gigantesca ondata di Omicron. "L’andamento dell’epidemia nell’ultimo periodo - scriveva non a caso l'Iss il 19 gennaio 2022 - è stato caratterizzato da un forte incremento del numero dei casi segnalati (in diminuzione solo nel corso di quest’ultima settimana) e delle ospedalizzazioni. In aumento, ma con minore intensità, il numero di ricoveri in terapia intensiva e i decessi".
Del tutto diversa la situazione quest'anno: la cabina di regia riunita oggi sottolinea che "l’incidenza di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2 in Italia è in diminuzione rispetto alla precedente settimana di monitoraggio. Si riduce l’impatto sugli ospedali con tassi di occupazione dei posti letto in diminuzione sia nelle aree mediche che nelle terapie intensive".
Anche il confronto con i dati sui ricoveri è emblematico: lo scorso anno a metà gennaio avevamo oltre 17mila posti letto occupati in area medica e 1.600 in terapia intensiva. Quest'anno, dato aggiornato al 13 gennaio, sono rispettivamente 6.421 e 310. Se si aggiunge che anche l'influenza stagionale, partita quest'anno già a novembre in netto anticipo, sta piegando verso il basso la sua curva, l'inverno dal punto di vista virologico sembra passare senza scossoni.
Ma non è il momento di abbassare la guardia, avvisano gli esperti. "Sicuramente i dati italiani sono sottostimati - spiega all'AGI Fabrizio Pregliasco - ma è indubbio che, pur facendo questa tara, l'epidemia oggi sia molto meno aggressiva e diffusiva. Siamo in un plateau con lenta tendenza al calo. Grazie all'immunità ibrida che abbiamo: quasi tutti hanno più dosi di vaccino, e quasi tutti ormai sono anche stati contagiati. L'idea è che, come si prevedeva, ci saranno ancora ondate ma sempre più tenui, come i cerchi di un sasso gettato nello stagno".
Anche se il problema Cina c'è ancora, eccome: "Il 22 c'è il Capodanno cinese - ricorda il virologo - vediamo che succede con tutti quegli spostamenti. Finora il loro aumento eccezionale non ha avuto ripercussioni da noi". Invita alla prudenza anche Matteo Bassetti, che all'AGI ricorda: "In Cina fanno 35mila morti al giorno. Vuol dire che alla fine del Capodanno cinese ne avranno contati milioni, più di tutte le vittime del virus nel mondo dal 2020 a oggi. Mi fa paura, a prescindere dal fatto che tutto questo arrivi o no nel nostro orticello. E bisogna sempre controllare gli arrivi dalla Cina, anche alla caccia di eventuali varianti nuove che potrebbero bucare l'immunità, e che quando si sarà ammalato un miliardo di persone potrebbero sbucare".
Questo non toglie, ammette Bassetti, che in Italia la situazione ora è assolutamente sotto controllo, con un inverno che finora (con il Covid aggiungere "finora" a ogni affermazione è sempre consigliabile) si è rivelato senza dubbio il più blando dal punto di vista epidemico. "Il virus ha circolato moltissimo nel 2022 - ricorda il virologo - e 30 milioni di italiani si sono contagiati, sviluppando un'immunità, a cui si aggiunge quella da vaccino".
"C'è anche da dire che questa incidenza così bassa è dovuta anche al fatto che molti non si fanno più il tampone - aggiunge-, o lo fanno a casa senza 'dichiararlo'. Ma questo è positivo, attenzione: significa che il virus non ha più le caratteristiche di prima, che ormai siamo alla convivenza con una malattia che nella stragrande maggioranza dei casi dà sintomi influenzali, se non meno. Ora si tratta di tenere alta la guardia per l'eventuale arrivo di nuove varianti, e di non mollare sul fronte dei vaccini pensando soprattutto a proteggere i fragili". (AGI)